SUPERSTIZIONI CON ANIMALI

supersitzioni

In tutte le culture si riscontra la credenza che gli animali siano dotati di poteri speciali, di virtù magiche in grado di:

favorire un particolare evento attraverso l’apparizione, un determinato comportamento (il gatto nero che attraversa la strada, la civetta che emette un verso, la postura della mantide religiosa per i Boscimani), attraverso una rarità morfologica (la lucertola a due code, considerata un talismano contro le malattie, un pulcino nero nato di venerdì santo che avrebbe il potere di rendere invisibili);

evocare gli spiriti (per esempio sgozzare un gallo per chiamare Satana, raccogliere le ossa di animali notturni) oppure incarnare lo spirito di defunti (le cicogne in Marocco, le scimmie in Nuova Guinea, i ratti in India, i gabbiani in Cornovaglia);

curare le malattie nell’antica Roma si credeva che per sanare una parte malata fosse sufficiente tenere in mano una rondine con la quale toccare il punto dolorante. In alcune regioni d’Italia si usa mettere un rospo sotto una pietra, recitando una formuletta per far passare la malattia dal corpo dell’uomo a quello dell’animale;

rispettare un patto con l’uomo per esempio in alcune regioni si effettuavano le cosiddette “legature”, cioè finti matrimoni tra l’individuo e un particolare animale – volpe, donnola, lupo – per impedirgli di essere nocivo. I Romani sacrificavano un bue alle mosche per propiziarsele;

vendicarsi sugli uomini in alcune regioni dell’India, durante un matrimonio, si suole mettere cibo e vestiti fuori della porta per un’eventuale scimmia che voglia partecipare alla cerimonia. In Scozia vi è la credenza che

uccidere uno scricciolo o distruggerne il nido porti disgrazia. In Sardegna si ritiene che sia pericoloso nominare la volpe e in India nominare la scimmia al mattino significa non aver da mangiare per tutto il giorno.

(dal libro Il codice degli animali magici” di Roberto Marchesini e Sabrina Tonutti)