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I GATTI NELL'ANTICHITA'

 

 

gatti nellantichità

Il gatto è un animale che ha suscitato, fin dalla sua comparsa accanto all’uomo, diverse reazioni: c’è chi li considerava dei portafortuna e chi invece attribuiva loro delle facoltà negative, quali quelle di attirare sugli umani che li ospitavano la cattiva sorte.

In Cina i gatti erano considerati in grado si scacciare gli spiriti maligni con un solo sguardo.

In Egitto i gatti erano considerati sacri e, se il gatto di casa moriva, i famigliari si rasavano le sopracciglia in segno di lutto. Inoltre, gli egiziani erano convinti che di notte i raggi del sole si nascondessero negli occhi di questo meraviglioso felino.

In Francia anticamente si credeva che, seguendo un gatto nero, si arrivasse a scoprire un tesoro nascosto.

In Asia sudorientale si credeva che le anime, prima di reincarnarsi, dovessero passare attraverso il corpo di un gatto.

In Italia si era convinti che un gatto riuscisse a percepire l’aura di un corpo umano.

Insomma, un gatto non ha mai lasciato indifferenti noi umani. Per il fascino, per l’affetto che riescono a donarci, per l’eleganza dei movimenti, per l’indipendenza che rappresentano, per l’attaccamento alle persone che scelgono, per la consolazione che dispensano nei nostri momenti difficili e molto altro ancora.

Chi ha convissuto con uno di loro non crederà mai all’egoismo di cui sono tacciati, anzi, questi splendidi felini sanno essere generosi senza farcelo minimante pesare.

Io mi chiedo, in tutta onestà, come sia possibile che ci siano persone che ancora non amano i gatti.