GATTO ANSIOSO

 

gatto ansioso

Una signora mi ha chiesto perché la sua gatta soffra di ansia.

Tempo addietro aveva deciso di portarla dal veterinario a causa di cambiamenti avvenuti nel suo solito comportamento.

Infatti aveva notato pupille dilatate, leccamento eccessivo del pelo, urinazione fuori dalla lettiera, ipersensibilità ai rumori e tensione evidente durante i pasti.

Prima di esaminare le eventuali cause, occorre stabilire se i mutamenti comportamentali sono intervenuti da poco o se sono di lunga data.

Nel secondo caso, può essere che la micia abbia un carattere particolarmente ansioso e che il trasferimento nella sua attuale casa le abbia provocato la manifestazione dei sintomi che preoccupano la sua ospite.

Nel primo caso, l’ansia (che è pur sempre una caratteristica caratteriale) può essere stata scatenata da:

-      arrivo in casa, o comunque nell’ambiente esterno se frequentato, di un nuovo felino,

-      ristrutturazione dell’ambiente domestico con introduzione di nuovi mobili

-      lavori in casa eseguiti da personale estraneo

-      soggiorno in un pensionato per gatti durante le vacanze annuali degli umani di riferimento

-      traslochi

-      cambiamento del nucleo familiare

e numerosi altri avvenimenti stressanti (i gatti sono molto abitudinari e quindi ogni novità è accettata con riserva da soggetti tranquilli e rifiutata da soggetti ansiosi).

Ma come ci si deve comportare con un gatto ansioso?

Innanzitutto occorre evitare di forzarlo a comportamenti per lui stressanti.

Non fissarlo mai negli occhi (per i mici questa è una minaccia).

Mettergli a disposizione angoli riparati e sopraelevati dove si possa sentire al sicuro.

Se dimostra disponibilità al gioco, coinvolgerlo più volte al giorno.

E, soprattutto, non stressarlo con troppe coccole se lui non le richiede espressamente.

Mici definiti ansiosi difficilmente cambiano, ma si può convivere offrendo loro una situazione confortevole che li possa rassicurare.