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SEABIN

  • Categoria: Ambiente
  • Pubblicato: Domenica, 14 Luglio 2019 00:00
  • Scritto da Maria Grazia Sereni

 

seabin

Un bidone dei rifiuti galleggiante per ripulire gli oceani dalla spazzatura. Vi ricordate dei due surfisti che avevano lanciato una campagna di crowdfunding per finanziare un progetto per raccogliere plastica e non solo dal mare? Il dispositivo finanziato dal basso è diventato realtà e già distribuito in tutto il mondo.

Il merito è tutto loro, due ragazzi australiani Andrew Turton e Pete Ceglinski che nel 2016 avevano lanciato una campagna per realizzare Seabin, un cestino che viene immerso nell’acqua e, collegato ad una pompa elettrica, crea un flusso per attirare i rifiuti galleggianti al collettore. L'immondizia raccolta finisce in un sacchetto composto da fibre naturali e infine un separatore pulisce l’acqua che verrà rimessa nel mare.

Sono sempre di più le iniziative mirate a ridurre l’inquinamento in mare soprattutto per evitare quella catastrofica profezia degli scienziati che dicono che nel 2050 in mare ci sarà più plastica che rifiuti.

Seabin, nello specifico è un sistema economico e a bassa manutenzione che si propone come alternativa alle imbarcazioni per la raccolta dei rifiuti. Uno degli obiettivi del progetto è quello di raccogliere dagli oceani plastica sufficiente da riciclare per costruire altri Seabin e continuare di questo passo come in un effetto domino.

La campagna di crowdfunding aveva avuto grandissimo successo, perché questo cestino è in grado di raccogliere fino a 20 chilogrammi di rifiuti e anche microplastiche che finiscono per essere ingerite dagli animali causando la loro morte.

Attualmente un Seabin è partito dal porto di Sidney, ma altri 35 saranno inviati in 25 paesi diversi come prima sperimentazione. Il cestino era già stato usato a Cockburn in Australia con un successo straordinario.

Tra gli altri che stanno contribuendo alla pulizia dell'oceano ci sono i due surfisti Alex e Andrew che hanno creato 4Ocean, un’organizzazione di raccolta rifiuti in cui i pescatori vengono ripagati con il ricavato della vendita di braccialetti realizzati proprio con quella plastica che avrebbe altrimenti ucciso tartarughe, uccelli e pesci. Ancora pioniere è stato Boyan Slat con il suo Ocean Array Cleanup che rimuove i rifiuti plastici che vagano nei mari di tutto il mondo.

Dominella Trunfio