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EMERGENZA PLANETARIA

  • Categoria: Ambiente
  • Pubblicato: Sabato, 18 Gennaio 2020 00:00
  • Scritto da Maria Grazia Sereni

 

ipcc

Il nostro Pianeta sta andando verso un punto di non ritorno e, se non verranno adottate misure urgenti e drastiche contro la crisi climatica, la nostra civiltà sarà in serio pericolo.

Un gruppo di ricercatori ha fatto il punto della situazione e sostiene che i cambiamenti ai sistemi ambientali terrestri siano ormai irreversibili: siamo in uno stato di emergenza planetaria e molte aree della Terra saranno inabitabili a breve.

Il team, guidato da Timothy Lenton, professore di cambiamenti climatici e scienza del sistema terrestre all’Università di Exeter, nel sud-ovest dell’Inghilterra, ha identificato nove eventi interconnessi che ci stanno portando al collasso.

Questi includono la deforestazione in Amazzonia, la riduzione del ghiaccio marino artico, la distruzione della barriera corallina su larga scala, lo scioglimento delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide occidentale, lo scongelamento del permafrost, la destabilizzazione delle foreste boreali e un rallentamento delle correnti oceaniche.

Si tratta di eventi che avranno un effetto a cascata sulla crisi climatica in atto. Ad esempio, l’Artico si sta riscaldando almeno due volte più rapidamente della media globale; lo scioglimento del ghiaccio marino artico sta contribuendo ulteriormente a tale riscaldamento.

A sua volta, l’aumento della temperatura determina un maggiore scongelamento del permafrost artico, il terreno che normalmente rimane congelato durante tutto l’anno, scongelandosi, rilascia anidride carbonica e metano in atmosfera, alimentando ulteriormente il riscaldamento globale.

Un vero e proprio circolo vizioso che accelera sempre di più il cambiamento climatico.

L’idea che prima o poi la Terra avrebbe raggiunto un punto di non ritorno non è nuova ed era già stata introdotta circa 20 anni fa dal gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC).

All’epoca, si pensava che i cambiamenti sarebbero stati irreversibili se le temperature avessero superato i 5°C rispetto a quelle registrate nell’era preindustriale.
Oggi, i dati dei rapporti IPCC più recenti, suggeriscono che il clima sia molto più sensibile di quanto si pensasse e che il punto di non ritorno potrebbe essere raggiunto anche in seguito a un aumento delle temperature compreso tra 1 e 2°C.

Le temperature medie globali sono già 1°C in più rispetto all’era preindustriale e continuano ad aumentare: se le temperature aumentassero di oltre 2°C rispetto ai livelli preindustriali, potrebbe verificarsi un effetto domino devastante.

L’accordo di Parigi ha fissato un obiettivo per limitare il riscaldamento della Terra a 1,5 °C, ma secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, i paesi non stanno facendo abbastanza: mantenendo i ritmi attuali, le temperature aumenteranno di 3,2°C entro il 2100.

Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, nel 2018 i gas serra hanno raggiunto livelli record e non ci sono segni di una loro diminuzione a breve termine.

La situazione non è per nulla rosea ed è assolutamente necessaria un’azione internazionale urgente per ridurre le emissioni, rallentare l’innalzamento del livello del mare e mantenere il riscaldamento a 1,5°C.

Quanto tempo abbiamo per mettere in atto tali misure e tentare di salvarci? Secondo gli scienziati, zero.

Tatiana Maselli