iIL REGALO PIù BELLO

 

il regalo più bello

Matteo è tra i primi a uscire da scuola e, insieme alla madre, prende l’autobus per arrivare all’ambulatorio veterinario del padre. Quest’ultimo gli ha infatti promesso che potrà scegliere un cucciolo di cane tra quelli che ha in affido per l’adozione.

“Ciao papà. Dove sono i cani?”

“Vieni con me. Ne sono rimasti solo due – gli altri sono già stati adottati – e ci sono pure tre gattini, uno più bello dell’altro…”

“Io preferisco un cane” lo interrompe Matteo, entrando in una grande stanza dove due cucciolotti uno con il pelo lungo e l’altro con il mantello rasato sono intenti a una lotta simulata. Il ragazzino si ferma incantato a guardarli.

Poi un miagolio attira la sua attenzione: nell’angolo opposto stanno giocando tre micetti: sono tre batuffoli di pelo animato, uno bianco, uno nero e uno tricolore, così graziosi che il ragazzino si chiede perché mai abbia sempre preferito i cani.

Matteo è spiazzato: i cani sono bellissimi, ma anche i mici sono stupendi. E se chiedesse di prendere un cane e un gatto?

Mentre si gira verso il padre per proporgli l’idea, un altro animaletto cattura la sua attenzione. È marrone scuro, con il musetto allungato che presenta in prossimità del naso una peluria bianca sormontata da lunghi baffi. Le orecchie poi sono piccole e tenere. Le zampette anteriori terminano con delle piccole mani munite di unghie molto sviluppate.

“E quello che animale è papà?”

“Una nutria.”

“Cioè?”

“Si tratta di un roditore. Vedi gli incisivi come sono lunghi?”

“Sì e sono anche arancione. È una malattia o sono proprio così.”

“Non è una malattia, è una loro caratteristica.”

“Raccontami qualcosa sulle nutrie” prega Matteo.

“Sono erbivori e vivono prevalentemente in acqua. Si nutrono di tuberi, radici e soprattutto di alghe, contribuendo a tenere puliti i corsi d’acqua, con grande soddisfazione dei pesci che hanno così più ossigeno da respirare. Vivono in colonie di tre/quattro individui (solitamente femmine) e si fabbricano delle zattere di erba intrecciata sulle quali vivono. Dove non c’è vegetazione per costruire le zattere, utilizzano le tane di altri animali o ne scavano di nuove negli argini.”

“Ma se bucano gli argini, poi l’acqua esce?”

“No, non esce. Se gli argini sono piantumati, e quindi le radici delle piante trattengono il terreno, non succede nulla, quando invece le rive sono spoglie, può essere che, se i contadini passano con i loro macchinari, gli argini tendano a cedere. Questo ovviamente nel caso che le tane siano molte e molto profonde.”

“Ma sono anche animali domestici?” si informa Matteo.

“Sì, in Sudamerica li allevano come noi alleviamo i cani e i gatti.”

“Allora?” chiede il padre. “Hai scelto il cagnolino da portare a casa?”

Matteo è pensieroso. Vorrebbe un cane (quello con il pelo raso), un gatto (quello bianco) e anche la nutria. Ma teme un rifiuto del padre, e soprattutto della madre che, finora, non ha aperto bocca.

“Devo trovare il modo di farmi dire di sì!” pensa il ragazzino tirandosi l’orecchio sinistro come di solito fa quando ha dei problemi da risolvere.

Nonostante le sue riflessioni, non è riuscito a trovare un solo modo per ottenere ciò che vuole. Quindi decide di giocarsi una nuova carta.

“È importante per noi bambini avere degli animali da accudire: ci responsabilizza, ci abitua ad accettare la diversità, ci istruisce sulle emozioni degli animali, così ci ha spiegato quella signora della LAV che è venuta in classe la settimana scorsa a parlarci degli animali” spiega Matteo

“Siamo qui appunto per scegliere un cane, così almeno mi pare fosse la tua intenzione” replica la madre.

“Sì, ma come si fa a scegliere solo un cane…”

“Vuol dire che li vuoi entrambi?” sorride il padre.

“No, me ne basta uno, ma vorrei anche un gattino, tanto ho visto che vivono nella stessa stanza con i cani e quindi sono abituati alla loro presenza.”

Il silenzio cala improvviso, mentre mamma e papà si guardano sbigottiti.

“Dovrai aiutarmi ad accudirli” mormora la madre, pentendosi immediatamente di avere acconsentito.

“Sì, certamente mamma. Mi occuperò io di loro, gli darò da mangiare, porterò a passeggio il cane, pulirò le cassette del gatto ma…” si blocca Matteo, non sapendo come proseguire.

“Ma?” interroga la madre presagendo qualche problema irrisolvibile.

“Vorrei anche la nutria…”

“No, eh, la nutria no!” sbotta la madre. “È un animale selvatico, non è adatto per la vita domestica. E poi potrebbe trasmetterti qualche malattia, vero caro?”

“Per quello no, le nutrie non sono portatrici di zoonosi. Vedi Matteo” spiega il padre al figlio, “le nutrie sono definite fauna selvatica, quindi patrimonio dello Stato e non si possono allevare in casa. Questa è stata salvata da una signora che l’ha trovata ferita e portata a un Centro per il Recupero della Fauna Selvatica. Io l’ho temporaneamente in cura, poi devo restituirla al Centro...”

“E non si può chiedere al Centro di fare un’eccezione?” implora Matteo.

Il padre non risponde e il silenzio si fa denso come una gelatina.

“Papà…” supplica il ragazzino.

“Va bene. Se mamma è d’accordo, posso dichiarare che, essendosi abituato a essere accudito dagli umani, rilasciato in natura non sarebbe più in grado di sopravvivere. E non si tratta di una fandonia, probabilmente sarà proprio così.”

“Se fosse come dici tu, che fine farebbe?” interroga la madre.

“Passerebbe il resto della sua vita nel Centro…”

“D’accordo un animale o due, ma tre… casa nostra diventerebbe uno zoo!” spiega la madre turbata.

“Grazie mamma!” esclama il ragazzino abbracciando di slancio la genitrice.

“Ma… ma non ho ancora detto di sì…” lamenta quest’ultima.

I tre si guardano, si sorridono e Matteo alza le mani al cielo esclamando: “Sììììì!”

A casa la piccola nutria, che Matteo ha chiamato Arianna, si è ambientata benissimo.

Il padre ha fatto istallare dall’idraulico una vasca da bagno nella camera termica, dove la nutria scorrazza più volte al giorno e dove provvede ai propri bisogni corporali.

Il gattino bianco è stato chiamato Neve, mentre al cane è stato imposto il nome di Velluto.

Alla madre pare di vivere in un sogno dove le preoccupazioni sono fin troppo reali. “Chissà che problemi dovrò affrontare a mano a mano che gli animaletti cresceranno!” pensa.

E invece…

Nonostante le cucce morbidissime, colorate e profumate, i tre dormono tutti nella cuccia del cane che è la più grande. È meraviglioso vederli aggrovigliati senza soluzione di continuità, mentre si leccano affettuosamente.

Il giorno si dipana tra giochi pazzi e mangiate pantagrueliche e, quando Matteo è presente, i tre fanno a gara a chi gli elargirà più coccole.

Ogni volta che Arianna scende in camera termica per i suoi bagni quotidiani, Neve e Velluto la seguono e stanno a guardarla rapiti, magari anche pensando di imitarla (per fortuna senza tentare di farlo!).

La sera invece i tre dormono insieme nella cuccia grande di Velluto fino a che Matteo va a dormire.

Poi salgono a fatica (sono ancora cucciolotti) sul letto e si sistemano nei posti prenotati: Velluto a destra appoggiato sul fianco del ragazzino, Arianna a sinistra e Neve in mezzo alle gambe divaricate.

“Riesci a dormire così?” si preoccupa ogni volta la madre.

“Oh sì, mamma. Sento il loro amore salirmi in petto e sono felice. Questo è il regalo più bello che abbia mai ricevuto!”