DISTINGUERSI DALLE BESTIE

schiavitù infantile

Nella sequela di ferocie e anomalie che distinguono l’uomo dagli animali, i quali non hanno nulla in comune con quanto stiamo per elencare e descrivere, vogliamo comprendere quei ventisette milioni di persone oppresse in tutte le parti del mondo, private con la forza, il terrore e il ricatto della libertà, dignità, diritti, quindi totalmente soggette ad altri e perciò schiave, pur se la schiavitù a parole è stata abolita.

Alcuni dati.

Le Ong che lavorano in Africa denunciano che circa 200 mila bambini l’anno (dato 2001) sono venduti dai genitori affinché vadano a lavorare nelle piantagioni.

L’Onu ha calcolato che il 45 per cento del cioccolato che consumiamo deriva

dal lavoro di bambini costretti alla raccolta nelle piantagioni del Mali.

In questa forma di moderno schiavismo sui bambini, vanno inclusi anche i 300 mila dai sei ai sedici anni rapiti alle loro famiglie o da queste vendute per povertà estrema ai nuovi negrieri che le cederanno a peso d’oro ai cosiddetti “signori della guerra” dai quali imparano ad ammazzare prima ancora di saper leggere o scrivere.

Le brutalità cui si abbandonano questi poveri zombie, maltrattati, battuti, plagiati, drogati e anche mutilati se si oppongono ai loro aguzzini-istruttori, sono indicibili.

Nel continente europeo altri tipi di schiavisti sequestrano con lusinghe circa 120 mila ragazze l’anno dall’Est fino all’Europa Occidentale, costringendole con violenze e ricatti alla prostituzione.

Analogo traffico porta circa 150 mila ragazze dal Messico agli Stati Uniti d’America.

(stralcio dal libro “Animalismo e antropocentrismo” di Piero Bottali)