IL PESCE E LA NOSTRA SALUTE

PESCE

Una ricerca pubblicata nel luglio del 2008 sulla rivista scientifica “Journal of the American Dietetic Association”, che ha cercato di analizzare il contenuto di acidi grassi nei pesci più diffusi sul mercato, mostra tra l’altro che le pesanti modificazioni che si sono verificate nell’ultimo decennio nell’industria del pesce hanno fatto sì che i pesci più venduti siano quelli che contengono una minore quantità di omega-3 e che presentano caratteristiche che in genere vengono considerate pro-infiammatorie e quindi dannose per la salute.

Nonostante il pesce sia pubblicizzato come un importante fornitore di omega-3, esso in realtà contiene vari grassi di diverso tipo. Tra il 15 e il 30 percento dei grassi nel pesce sono rappresentati da quelli saturi (cioè i grassi “cattivi”). Un po’ meno rispetto al manzo e al pollo ma molto, molto di più rispetto ai cibi vegetali, gli unici davvero salutari.

Inoltre, il grasso del pesce fa ingrassare esattamente come quello del pollo o del maiale.

Il pesce contiene anche molto colesterolo: gamberi e altri crostacei ne hanno quasi il doppio rispetto al manzo.

 

E che dire delle sostanze chimiche che esso contiene (sia di allevamento sia selvatico)?

I pesci, specie i predatori, possono accumulare nelle proprie carni sostanze come metil-mercurio (nocivo soprattutto per il cervello, il fegato, le reni), Pcb e diossina (noti agenti cancerogeni).

Per i pesci di allevamento i livelli di Pcb e diossina sono ancora più alti di quelli rilevati nei pesci selvatici. Secondo “Consumer Reports” sono stati trovati Pcb nel 43% del salmone, nel 50% del pesce bianco e nel 25% del pesce spada pescato.

La Food and Drug Administration e l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Usa hanno avvertito le donne incinte, le donne che potrebbero rimanere incinte, le donne che allattano e i bambini che dovrebbero limitare il proprio consumo di pesce grasso perché contiene mercurio che può causare malformazioni nei neonati, danni renali, sviluppo mentale ridotto e anche il cancro.

Se si desidera introdurre nella propria alimentazione acidi grassi omega-3 conviene rivolgersi alle fonti vegetali che non hanno controindicazioni (non devastano l’ambiente, non sono pericolose per la salute e costano anche meno): noci, semi di lino tritati, olio di semi di lino.

(tratto dal libro “Vegan si nasce o si diventa?” di Marina Berati)