EFFETTI DELETERI DELLA CARNE

La carne genera l’aldeide malonica (sostanza cancerogena che si sviluppa con la sua cottura), l’acreolina (dalla cottura dei grassi, ultratossica per il fegato), l’adrenalina (dal terrore provato dagli animali nei macelli), il dietilstilbestrolo (induttore di cancro all’apparato genitale femminile), l’acido apocolico e il 3-metil-colantrene (composti chimici cancerogeni derivati dal contatto dei prodotti di decomposizione carnea con gli acidi biliari umani), l’acido colico e l’acido desossicolico, il beta-glucuronidasi e l’alfa-idrossilasi (enzimi cancerogeni derivati da batteri intestinali di carne e pesci crudi), il coprosterolo

(sterolo cancerogeno da carne e pesce crudi e cotti), la cadaverina (dall’aminoacido lisina), gli etil- e metil-mercaptani (dalla cisteina e dalla metionina), la putrescina, agmatina, tiroxina, fenolo (veleni generati dalla cottura di carne e pesce), il solfuro di idrogeno e l’acido acetico, l’albumina, la fibrina e la gelatina (derivate dal brodo di carne, che ha ucciso gruppi di cani alimentati a brodo), le ptomaine (sostanze che prendono il nome da ptoma, che in greco significa cadavere), il benzopirene, le nitrosammine e le aflatossine (micidiali cancerogeni), i radionuclidi meglio conosciuti come radicali liberi, le purine (sostanze azotate derivanti soprattutto dal pesce, anche crudo, anche fresco e anche sanissimo che fanno innalzare l’acido urico nel sangue), indolo, scatolo, acido lattico, alte dosi di colesterolo, trigliceridi e acidi urici, estrogeni e antitiroidei, sulfamidici, cortisonici, beta-bloccanti, ammoniaca, vaccini eccetera.

Inoltre, con la frollatura, la carne appena macellata subisce il cosiddetto rigor mortis, determinato dalla contrazione delle strutture muscolari che raggiungono la massima intensità in uno - due giorni. Segue quindi una parziale e graduale demolizione delle proteine muscolari e del collagene. Questo fenomeno (detto frollatura e molto importante per il gusto e la tenerezza della carne) avviene a bassa temperatura e varia in base al tipo di carne: per quella bovina la durata è almeno di cinque giorni.

(scritto dal dottor Valdo Vaccaro)