LA BATTAGLIA D'INGHILTERRA

Un interessante quanto coinvolgente racconto della famosa battaglia d’Inghilterra scritto da un eccellente storico pugliese.

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Estate 1940. Dall’inizio della guerra, le truppe del Reich tedesco con una impressionante rapidità, meno di un anno, hanno distrutto ogni resistenza nel continente europeo. Non un solo Stato è riuscito a resistere alla guerra lampo dei Nazisti. La Polonia, la Norvegia, l’Olanda, il Belgio e la Francia sono state costrette alla resa in un agghiacciante epopea conquistatrice che ha lasciato annichilita l’intera Europa. Solo la Gran Bretagna, separata dalla terraferma grazie alla Manica, resiste alla forza delle truppe di Hitler. Gli inglesi sono accerchiati, con pochissime forze, in una situazione che definire disperata è essere più che ottimisti. Dopo la ritirata dalla Francia, avvenuta miracolosamente, argomento sul quale la storia tornerà spesso dopo la guerra, a Dunkerque sono riusciti a portare in salvo una parte del loro contingente di truppe terrestri e il mondo intero aspetta l’invasione della loro isola.

La situazione, seppur gravissima, ha tuttavia avuto dei risvolti positivi: innanzitutto, con il passare del tempo, ci si accorge che la tanto temuta invasione non è poi così imminente. I tedeschi non sembrano realmente intenzionati a sbarcare sull’isola. Sul piano politico, poi, durante la conquista della Francia, l’Inghilterra ha cambiato leadership. Il Parlamento inglese ha preso una decisione che porterà a un cambiamento drastico della situazione mettendo in minoranza Neville Chamberlain, protagonista dell’appeasement e degli accordi di Monaco del 1938. Wiston Churchill, nominato primo ministro il 10 maggio, compie il primo miracolo ricostruendo il morale della popolazione e facendo affidamento sul proverbiale e mai sopito orgoglio inglese. Così, il 2 luglio 1940, il Führer diede l’ordine alle forze militari del Reich emanando le linee direttive del piano per l’invasione. L’operazione venne designata in codice con un nome maestoso, “Leone marino” (Seelöve) e fu programmata per il 15 settembre.

Tuttavia, per rendere possibile lo sbarco delle forze terrestri, era indispensabile assicurarsi l’assoluta egemonia nei cieli. Per questo la Luftwaffe di Herman Göring venne chiamata a misurarsi con la RAF degli inglesi. Fu qui che si vide che cos’era l’Inghilterra. Il 10 agosto iniziò l’operazione Aquila (Adler) che aveva come obiettivo la completa distruzione della difesa aerea inglese. La prima offensiva fu lanciata con un bombardamento su Portland. La seconda, avvenuta il 12 agosto, fu un susseguirsi di cinque attacchi massicci dei quali si resero protagonisti centinaia di aerei tedeschi.

Dopo i primi terribili due giorni, le perdite tedesche erano di 31 aerei, quelle inglesi di 22. Il 13 agosto, i tedeschi scatenarono l’inferno impiegando 1485 aerei che colpirono obiettivi militari e industriali in tutto il circondario londinese. Alla fine di quella terribile giornata, il bilancio delle perdite però fu nuovamente a favore della RAF che aveva perso appena 13 caccia, mentre gli aerei tedeschi abbattuti erano ben 45. La giornata più dura di tutta la battaglia fu quella del 15 agosto con l’intervento di 1790 aerei della Luftwaffe che attaccarono una zona molto estesa trovando un’opposizione, se è possibile, ancora più dura del solito. Gli inglesi riuscirono ad abbattere 75 aerei dell’aviazione nazista, perdendone 34 e chiudendo i conti, ancora una volta, in attivo.

Le perdite tedesche cominciavano a farsi preoccupanti. L’operazione Aquila era stata progettata con le caratteristiche della Blitzkrieg, ma l’audacia tedesca nulla poté contro la tenacia inglese. Nel periodo tra il 24 agosto e il 6 settembre, il bilancio fu, infatti, nuovamente favorevole agli inglesi: i tedeschi persero 380 aerei, la RAF quasi 100 di meno, per l’esattezza 286. Dopo queste cifre devastanti, la strategia dei nazisti cambiò e divenne tragicamente simile a quella dei moderni terroristi. Hitler, infatti, decise che era venuto il momento di far pagare a Londra e alla sua popolazione civile il prezzo del suo primo fallimento militare.

Ma i londinesi si abituarono presto all’incubo dei bombardamenti notturni, così come in tutti gli altri centri dell’Inghilterra la popolazione reagì con grande carattere raggiungendo ordinatamente i rifugi. Ma il peggio era passato. La battaglia di Inghilterra, nonostante questa immane tragedia, era già stata vinta dalla Royal Air Force, la RAF che aveva dato prova insieme a tutta quanta la nazione di una capacità di riscatto superiore ad ogni previsione. Il nemico nazista fu per la prima volta neutralizzato dai soli uomini al mondo che allora gli resistevano: gli inglesi.

Tratto da:Onda Lucana® by Angelo Ivan Leone-Docente di storia e filosofia presso Miur