IMPORTANZA DEL PRECUNEO

 

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Piccole scariche di elettricità, sinapsi che si creano e si distruggono, sostanze chimiche che viaggiano da un neurone all'altro. Cosa accade nel cervello quando sperimentiamo la felicità? Sebbene la questione sia al centro degli interessi della ricerca - capire cosa succede è essenziale a fini medici -sappiamo poco. Perché è difficile ricreare la felicità in laboratorio.

“Studi hanno cercato di riprodurre il contesto chiedendo ad attori di immedesimarsi in persone felici, ma si tratta di situazioni artificiali” racconta Costanza Papagno, neurologa della Sin e docente di psicobiologia all'Università di Trento e di Milano bicocca.

Poi ci sono ricerche condotte su persone con danni cerebrali, per esempio con forme di demenza frontotemporale o malattia di Huntington. E qui arrivano le sorprese.

“Studi su pazienti afasici mostrano che coloro che hanno lesioni nell'emisfero sinistro sono inclini alle reazioni catastrofiche, mentre chi ha lesioni all'emisfero destro a reazioni euforiche. Da qui l'idea che le emozioni positive vengano processate nell’emisfero sinistro e quelle negative, in quello destro.” L'ipotesi non è approfondita, ma negli Usa la stimolazione magnetica è utilizzata per trattare forme di depressione.

Si sa che a essere attivate in presenza di emozioni sono due aree del cervello: l'insula, una porzione della corteccia cerebrale tra il lobo temporale e il lobo frontale, e l'amigdala.

“Quando si mostrano immagini piacevoli nell’amigdala sinistra c'è più afflusso di sangue che segnala una maggiore attività” dice Papagno.

Ad aggiungere un'altra tessera al grande puzzle, i ricercatori dell'Università di Kyoto che, grazie alla risonanza magnetica, hanno descritto il ruolo del precuneo, piccola regione nei lobi parietali dalle cui dimensioni sembra dipendere la quantità di felicità che siamo in grado di provare.