CHI HA RUBATO L'OSSO DI BOBBY?

CONCORSO GENNAIO 2018

Un vento impetuoso spazzava il giardino, ma Bobby non lo sentiva. Tutti i suoi sensi erano all’erta: ben nascosto tra le zampe teneva un osso succoso – già rosicchiato a metà – che aveva intenzione di seppellire per future scorpacciate.

Nel giardino, purtroppo, erano presenti diversi gatti, un paio di umani e pure un bambino. No, Bobby non si fidava. Avrebbe seppellito il suo osso solo quando in giro non ci fosse stato più nessuno.

Il tempo intanto era peggiorato. Una lieve pioggerella aveva iniziato il suo viaggio verso la terra e verso il nostro amico canino.

I gatti sparirono in casa – a loro non piaceva quel tempo uggioso –, gli umani si ritirarono con il bambino e, finalmente, Bobby fu solo.

Si alzò furtivamente, lanciando occhiate a trecentosessanta gradi, prese in bocca il suo osso e si diresse in un angolo appartato del giardino.

Posò l’osso, di nuovo lanciò occhiate indagatrici e quindi iniziò a scavare una buca con le zampe anteriori.

All’improvviso un rumore interruppe il suo lavoro.

Il nostro amico si fermò, si girò pronto all’attacco, ma non vide nessuno. Allora abbandonò la postazione – lasciando buca e osso incustoditi – e, mettendo il naso a terra, iniziò a controllare che cosa avesse interrotto il suo lavoro.

Un’ombra si dileguò in fondo al giardino, e Bobby si lanciò al suo inseguimento. Corse, lingua fuori e respiro affannoso, finché giunse al muretto che impediva di proseguire.

Abbaiò di rabbia, si alzò sulle zampe posteriori per cercare di identificare l’intruso, ma nulla era visibile all’orizzonte.

Tornò allora – guaiolando improperi – al suo lavoro che terminò con una certa sensazione di inadeguatezza: era forse meglio scavare una nuova buca in un altro posto? O poteva fidarsi di terminare quella?

Nel frattempo l’acqua si era incattivita, scendendo a scrosci che fecero decidere il cagnolone a mantenere la buca già iniziata.

Terminato il lavoro, Bobby raspò alla porta di casa per farsi aprire. Una signora gentile lo accolse, lo condusse alla sua cuccia accanto al termosifone, e lui vi si gettò per godersi il tepore e la morbidezza di quella sistemazione.

Trascorsero tre giorni in cui la pioggia si trasformò in neve, tornando quindi a sciogliere quest’ultima e trasformando il giardino in un luogo poco accattivante per passeggiate sia canine sia feline.

Poi tornò un po’ di sole: era pallido ma l’aria si intiepidì e il terreno si compattò.

Era il giorno adatto per tornare a sgranocchiare un po’ di quel succoso osso seppellito nel posto che solo Bobby ricordava.

Il nostro amico si diresse con nonchalance verso il luogo segreto ma, giunto a pochi metri, vide con orrore che era stato violato: la buca era scoperta e del suo osso non c’era più traccia!

Urlò al cielo il suo furore Bobby, girò come impazzito per tutto il giardino, annusò ogni singola zolla nei dintorni della buca, ma non comprese nulla: c’erano state troppe visite di gatti, uccellini, piccioni e umani da quelle parti, e il suo fiuto non riuscì ad aiutarlo.

Poi ricordò: l’ombra che si era dileguata, ecco chi era il responsabile. Ma come scoprirlo?

A fatica riuscì a uscire dal cancello e si diresse verso l’abitazione di Hercule Cagnot. Avrebbe affidato il caso a lui e, ne era certo, avrebbe riavuto il suo ineffabile osso!