IL CAVALLO

 

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Il cavallo come compagno dell’uomo appare per la prima volta in alcuni scritti egiziani del XVI secolo a.C.

Furono tuttavia gli Sciiti che addomesticarono per primi i tarpan, cavalli selvatici eurasiatici oggi estinti.

Alcuni trattati antichi. oltre all’addestramento, riservavano uno spazio alla psicologia del cavallo che veniva paragonata a quella dell’uomo.

Era tradizione che fosse il cavallo a scegliere il suo compagno e non viceversa.

Secondo il mito, nessuno salì in groppa a Bucefalo fino all’arrivo del giovanissimo Alessandro Magno, che lo accettò come compagno’ e da cui non si separò più. Quando Bucefalo fu rapito, Alessandro si infuriò a tal punto da lanciare un proclama in cui decretava lo sterminio del popolo presso cui era stato portato, terrorizzando i rapitori che lo liberarono subito. Quando Bucefalo morì di vecchiaia, Alessandro, lacerato dal dolore, chiamò Bucefala la città dove si trovava.

Nella vita di Cesare il suo cavallo, nella narrazione di Plinio il Vecchio, non si faceva governare da nessuno. Alcuni miti raccontano che fosse tanto intelligente da essere in effetti un uomo travestito. Tali miti erano nati perché sembrava che nelle zampe anteriori avesse piedi umani.

Anche Augusto ebbe un cavallo che amò moltissimo, al punto da erigere una tomba in sua memoria.

L’imperatore Caligola invece regalò al suo destriero una scuderia di marmo e una mangiatoia tempestata di pietre preziose. Si dice che volesse anche nominarlo console per la sua straordinaria intelligenza.