TONINO IL TONNO

 

tonino il tonno

“Attenzione,” grido ai miei compagni quando vedo scendere dall’alto un palangaro lungo non so quanti chilometri.

“Seguitemi” invito tutti e me la filo a grande velocità verso un tratto di mare libero.

Purtroppo alcuni dei miei compagni, soprattutto tra quelli più giovani, si sono attardati ad assaporare qualche amo e, chi è riuscito a staccarsene in tempo, resta con la bocca sanguinante.

Gli altri invece saranno estratti dall’acqua quando il palangaro avrà abbastanza vittime da renderlo lucroso.

Nel frattempo si dibatteranno in continuazione fino a perdere le forze o fino a quando la ferita prodotta dall’amo gli renderà impossibile ogni altro movimento.

“Ciao Tonino, mi saluta un mio pronipote di cui, a essere sincero, ho dimenticato il nome.

“Ciao piccolo, stammi vicino e non farti distrarre da nulla se vuoi salvarti.”

“Ma come mai sai tante cose tu?”

“Perché sono anziano e ne ho viste di tutti i colori.”

“Mi racconti qualcosa?”

“Non ora caro. È meglio che raggiungiamo una zona tranquilla e poi potrai farmi tutte le domande che vuoi.”

Arriviamo infine sotto un branco di delfini che saltano gioiosi dentro e fuori dall’acqua.

Qui siamo abbastanza al sicuro, sempre che gli umani non decidano di pescare con una rete di circuizione perché allora non ci sarebbe scampo per nessuno.

“Ora siamo al sicuro Tonino?” mi chiede il mio pronipote.

“Abbastanza…”

“Vorrei sapere da te i pericoli che corriamo noi tonni e perché percorriamo sempre tante miglia di mare.”

“Siamo pesci molto resistenti perché, essendo a sangue caldo come i mammiferi, possiamo sopportare climi diversi. Per quanto riguarda i pericoli, sono molti. Uno l’hai già visto in opera: quello da cui siamo fuggiti poco fa. Si chiama palangaro e consiste di tante lenze corte di ami innescati legate a una lenza più grande che può essere lunga chilometri. Questo tipo di pesca non è pericolosa solo per noi ma anche per gli squali, le tartarughe marine e i mammiferi marini.

Poi ci sono le reti di circuizione. Sono reti enormi che vengono solitamente calate intorno ai banchi di delfini, facilmente identificabili per la loro necessità, in quanto mammiferi, di uscire dall’acqua per respirare. Anche queste reti pescano di tutto dalle sardine ai calamari, dai tonni ai delfini.

Abbiamo anche le reti a strascico che sono legate alle imbarcazioni umane e che trascinano con loro ogni tipo di pesce o mammifero marino che si imbatte in queste reti.

E che dire degli arpioni? Soprattutto i tonni più grossi sono individuati dai fiocinatori che li ammazzano sparando nel loro corpo un arpione del quale il tonno non riesce più a liberarsi.

Ma il pericolo più grande è quello delle FAD…”

“Che strano nome Tonino! Che cosa sono queste FAD?”

“Sono sistemi di pesca molto pericolosi per noi. Sembrano innocui oggetti galleggianti, che possono essere rappresentati da rami d’albero legati insieme, da contenitori di plastica con nastri svolazzanti, da cianfrusaglie di ogni tipo assemblate in modo da sembrare oggetti naturali. I tonni, soprattutto quelli giovani che non hanno esperienza, raggiungono i FAD per vedere di che cosa si tratta, si mettono a nuotare sotto di essi e sono pescati da reti che calano da questi oggetti o sono lanciate dalle barche che gli viaggiano accanto.

Per noi essere pescati è la morte più atroce perché siamo inondati dall’ossigeno che, nell’aria, è molto più abbondante che nell’acqua.

Quindi, ti prego, fai molta attenzione e, se vedi qualcosa di diverso dal solito, non andare a curiosare: in genere si tratta di una trappola.”

“Ma Tonino, da quello che mi hai detto, mi sono convinto che la nostra vita sia veramente pericolosa.”

“Sì piccolo. Infatti, il numero degli individui della nostra specie sta calando a vista d’occhio.”

“Ma perché gli umani pescano i tonni?”

“Eh caro, non pescano solo i tonni, pescano di tutto e, quello che non gli serve per mangiare, lo ributtano in mare, spesso già morto. Con tutta probabilità, la nostra carne è particolarmente gradita agli umani, così noi siamo in cima alla lista dei desideri.”

“Ma tu, come hai fatto a restare vivo finora?”

“Sono stato molto attento ma soprattutto molto fortunato. Non ho altre spiegazioni. A volte ci sono reti a strascico che, mentre tu nuoti tranquillo, ti intrappolano senza che ci sia un segnale di allarme che ti possa avvisare. Per quello dico che è soprattutto la fortuna a fare la differenza.”

(dal libro La fattoria dei sogni edito in luglio 2015)