EMOZIONE CONTROLLO IMPARZIALE

 

Ritratti di parole

Allo scadere del nono mese, Emozione partorì Controllo.

Non fu facile fargli emettere i primi vagiti; non fu facile neppure indurlo alla prima poppata, come non fu facile, negli anni a venire, insegnargli a essere come gli altri bambini.

Il padre, Imparziale, era sempre più irritato dal comportamento del figlio – così misurato in tutte le sue manifestazioni –, tanto che decise di prendere in mano le redini della sua educazione.

Il primo giorno lasciò cadere inavvertitamente un piatto che si ruppe sul piede destro del figlio.

Nessuna reazione.

Il secondo giorno del caffè bollente cadde sulla mano sinistra di Controllo.

“Scusa tesoro, non l’ho fatto apposta,” si giustificò Imparziale. “Senti molto dolore?”

“No babbo. Nulla, nulla,” balbettò Controllo.

Il terzo giorno la madre intervenne: “Non è giusto che tu torturi il nostro povero figlio. Perché poi? Me lo sai dire?”

Valutò e soppesò le parole di Emozione, papà Imparziale, e convenne: “Hai ragione tu mia cara. Se nostro figlio ha un carattere controllato, non possiamo forzarlo a comportarsi come piacerebbe a noi. D’altro canto lui deve imparare che al mondo non esiste solo il controllo. Per fortuna ci sono anche le emozioni e chi le sa apprezzare, altrimenti lui non sarebbe neppure nato!” sorrise allusivo Imparziale.