ALBERO DI NATALE

 

miciomania

“Hai sentito cos’ha detto la nostra mummy stamani?” chiede Toby.

“No. Qualcosa di interessante da mangiare?” domanda di rimando Lallie. “Uffa, non fai altro che pensare al cibo tu! No, mummy ha detto che tra una settimana è natale” spiega Toby.

“Che roba è?”

“Non ti ricordi l’anno scorso? Quando hanno portato in casa un albero grande (anche se era finto) con tanti giocattoli attaccati?”

“E quell’albero si chiamava natale?” chiede Lallie.

“Ma no, almeno non credo, però… non te lo so dire” tituba Toby.

“Beh, allora che c’è da essere tanto agitato?”

“Non hai un minimo di fantasia Lallie! Se arriva un altro albero, potremo giocare tutto il tempo che resterà in casa, staccare i giochini, romperli, farli ruzzolare lontano dagli occhi umani e tutto quello che ci verrà in mente. Hai capito ora perché sono eccitato (non agitato: tu non usi mai i termini corretti!)” “Oggi non ti sopporto proprio!” sbuffa Lallie dando una benevola zampata in testa all’amico prima di andarsene per i fatti suoi.

“Lallie!” miagola Sandy incontrando il micione per le scale.

“Ciao Sandy. Che mi racconti?”

“Sai che tra una settimana è natale?” propone Sandy.

“Sì” si vanta Lallie, “lo so. Spero che arrivi il solito albero… a proposito è lui che si chiama natale?”

“Lui chi?” chiede Sandy sgranando gli occhi.

“Lui l’albero”.

“No, certo che no. Gli alberi non credo abbiano nomi o, se li hanno, io non ne sono a conoscenza. Natale è il nome di una festa umana, ma non chiedermi che tipo di festa.”

“E allora che cos’avete tutti con questo natale? Io non voglio averci niente a che fare. Lasciatemi in pace!” conclude Lallie salendo sul letto dove lo attende una calda coperta di pile.

Ma il suo riposino non dura a lungo perché Toby lo raggiunge di lì a poco, lo avvicina e inizia a leccargli la testa. Lallie reagisce con lamenti minacciosi: vorrebbe tanto riuscire a fare un pisolino. Fuori ci sono nebbia e freddo, sul letto invece morbidezza e tepore. “Ti prego” sbotta infine, “lasciami dormire: sono tanto stanco!”

“Stanco? Che tu voglia dormire lo comprendo, ma che tu sia stanco…” replica Toby. “Da un po’ ho notato che non hai mai voglia di giocare con me. Ti irriti subito e reagisci anche con morsi dolorosi. Perché? Non siamo più amici?” “Ma no, non è questo, è che non mi sento bene come al solito…”

“Secondo me devi andare dalla nostra mummy e farglielo capire. Lo so che gli umani non comprendono il nostro linguaggio, ma noi abbiamo tanti mezzi per comunicare. Non credi?” domanda Toby.

“Hai ragione amico mio, ma ora lasciami dormire, farò come dici tu quando mi sveglierò” sospira Lallie esibendosi in una leccatina stanca sulla testa del suo compagno.

Toby lo guarda preoccupato, sperando che il malessere addotto da Lallie non sia nulla di importante. Come farebbe senza il suo amico del cuore? Sono giunti nella loro attuale casa a distanza di pochi giorni e sono cresciuti insieme, giocando, combinando disastri, dormendo abbracciati e leccandosi ogni volta che potevano. Se restasse solo, la vita sarebbe di certo molto meno animata. Con queste preoccupazioni, il nostro amico si addormenta pure lui accanto a Lallie.

L’indomani mummy, sollecitata da Lallie, scopre un gonfiore sospetto sul collo del micione. Preoccupata, ne parla con il marito e insieme decidono di far visitare il micio dal veterinario di fiducia.

“Non voglio entrare lì dentro!” urla il nostro amico vedendo il famigerato trasportino, sinonimo di viaggio in auto, ambulatorio veterinario e dolorosi trattamenti. Ma è giocoforza entrarvi: “Non vale! Siete due contro uno!” si lamenta inutilmente. Poi, vedendo Toby che lo osserva da una comoda poltrona, inveisce: “Tutta colpa tua. Hai voluto che mostrassi a mummy il mio malessere e ora guarda che cosa mi capita!”

“È per il tuo bene!” esclama incerto Toby.

Due ore dopo, Lallie è di ritorno.

“Allora? Che cosa ha detto il veterinario?” chiede Toby all’amico.

“Niente di che!” è la laconica risposta.

“Ma come? Conoscendoti, non avrai capito quello che hanno scoperto. Ho visto mummy così preoccupata!”

“Beh, quello là ha detto che avevo una zucca…”

“Una zucca? Ma dove l’avevi?”

“Qui sul collo.”

“Avrai avuto una zecca forse.”

“Sì, e io che ho detto?”

“Lasciamo perdere. Allora adesso sei guarito?”

“Sì e il veterinario mi ha anche fatto gli auguri di buon natale. Io non so che cavolo avete tutti con ‘sto natale. Spero che arrivi presto e se ne vada altrettanto in fretta!”

“Ehi, ragazzi, tutti in cantina! Venite” miagola Sandy.

I due umani, infatti, stanno scendendo in cantina per prendere l’albero di natale con relativi addobbi. Base sistemata, albero aperto nella sua completa magnificenza, scatole di addobbi a disposizione con i due umani impegnati nella loro opera creativa.

“Lallie non giocare con quella pallina, è di vetro, potrebbe rompersi… oh no!” strilla mummy disperata raccogliendo il frutto della disobbedienza.

“Caro, bisogna che chiudiamo i gatti in un’altra stanza, altrimenti non riusciremo mai a terminare il lavoro.”

Ma non è facile prendere un gatto che non ha nessuna intenzione di lasciar fare, figuriamoci tre!

“Che bello giocare a nascondino!” esclama Sandy eccitata, salendo con un unico impensabile balzo su un pensile della cucina.

Un’ora dopo, con i soliti inganni messi in atto dagli umani, i tre gatti sono chiusi in camera da letto dove miagolano il loro disappunto. Il pomeriggio scivola dolcemente verso l’imbrunire serale, quando i mici sono liberati dalla loro prigionia.

“Che bello!” esclama Lallie incantato dall’albero da cui pendono meravigliosi giochini colorati e alcuni anche luminosi.

Mummy impone: “Mi raccomando. Non toccate l’albero almeno fino a natale, dopo sarà completamente vostro! Intesi?”

Per tutta risposta Toby, con una zampata di fino stacca una pallina da un ramo e la insegue per l’intera stanza, tentando di evitare l’intervento dei due compagni. Che, per scongiurare litigi, decidono di procurarsi una pallina a testa. Purtroppo l’azione congiunta dei due fa vacillare l’albero che cade rovinosamente a terra con un rumore di cocci infranti. Infranti come il cuore di mummy che, mani nei capelli, grida: “E adesso? Ma non siete capaci di evitare disastri? Possibile che ogni giorno ne combiniate una nuova?”

“Eh cara mummy. Sempre le stesse catastrofi ci annoiano. Noi siamo gatti creativi!” esclama Lallie.

“E poi” continua mummy che non ha compreso nulla delle loro argomentazioni, “se insistete con questi comportamenti, l’anno prossimo non ci sarà più alcun albero di natale. Io non posso continuare a lavorare per farmi distruggere tutto da voi tre malandrini! E in pochi minuti poi!”

“Eh no” replica offeso Lallie. “Guarda che non siamo stati noi a rovinare la tua opera. Anzi, ti dirò di più: il tuo albero è piuttosto pericoloso, sai? Infatti, appena gli siamo passati vicini, ci è crollato addosso! Non è vero ragazzi?” “Proprio così!” miagola Toby convinto che Lallie abbia dichiarato la verità.

“Eh sì, cara mummy” rinforza Sandy. “Noi ci siamo pure spaventati, avremmo potuto anche farci male. Per fortuna siamo gatti agili e abbiamo compreso subito le intenzioni del tuo albero.”

Mummy li sta a sentire senza capire nulla, poi sospira e si prepara a riparare i danni provocati dai suoi meravigliosi, affettuosi, bellissimi, amatissimi e impareggiabili mici.

(dal libro “Miciomania” di Maria Grazia Sereni pubblicato nel gennaio del 2021)