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PETTEGOLEZZI

  • Categoria: Racconti
  • Pubblicato: Giovedì, 29 Maggio 2014 00:00
  • Scritto da Maria Grazia Sereni

susy

Oggi mi sento un po' a terra. Sarà la giornata uggiosa, con quella nebbiolina che ottunde i sensi, sarà la mia situazione al momento problematica, sta di fatto che avrei bisogno di qualche distrazione. In risposta ai miei desideri, il telefono inizia a ronzare invitante. Mi precipito alla cornetta, ma non si tratta di lui...

"Pronto, Susy? Ciao, sono Virna. Vuoi venire a prendere il tè da me nel pomeriggio? Ci saranno anche Matilde, Romina, Amelia e Carlotta."

"Grazie Virna. Vengo molto volentieri. Ci vediamo verso le cinque, va bene?" rispondo con animo leggero.

"Ottimo cara, ti aspetto," termina Virna soddisfatta.

Bene. Sarà un diversivo alla noia che mi assilla da qualche giorno a questa parte.

Lo so, questo è solo un fugace succedaneo che forse mi condurrà in abissi diversi dagli attuali; so anche che le mie amiche sono pettegole, ma io sono perfettamente in grado di tenerle a bada e di gestire la mia situazione... o forse no, non lo so... Al diavolo tutto, ci andrò e cercherò di partecipare ai discorsi superficiali, alle maldicenze, ai pettegolezzi, in fondo che mi costa?

"Molto strano però questo invito!" penso poi facendo la toeletta mattutina, "molto strano davvero."

La giornata si consuma nelle solite occupazioni, con l'aggiunta di qualche assillo in più per l'incontro con le mie "amiche".

"Non sarò io, per caso, la vittima designata?" mi balena fugace l'idea. "Se così fosse, sarà una bella sfida!" mi imbaldanzisco.

All'ora designata mi presento alla porta di Virna, elegantissima nel mio completo bianco e grigio.

"Entra cara, come ti trovo bene! Vieni, le altre sono già qui," mi invita lei.

"Buon pomeriggio a tutte, come state?" sorrido entrando nella stanza delle riunioni.

"Bene, bene," si affretta a dire Virna, "siedi e serviti pure. Ci sono i pasticcini che piacciono a te."

Dopo qualche insignificante convenevole, la conversazione entra nel vivo.

"Hai sentito Susy che Molly non sta bene?" chiede Amelia con aria innocente.

"Sì, mi hanno detto che è stata in ospedale qualche giorno," rispondo con noncuranza.

"Ma come, non è la tua migliore amica?" fa Virna incuriosita dalla mia indifferenza.

"Sì, ma è più esatto dire che lo è stata," ribatto e già mi mordo la lingua per aver detto troppo.

"Come come? Vuoi dire che ora non siete più amiche?" indaga Carlotta.

"Guarda in che pasticcio mi sono cacciata," penso.

"Sì, siamo ancora amiche, ma prima ci frequentavamo di più," mento spudoratamente.

"Ma come mai, avete litigato?" mi incalza Matilde.

"Oh no, non abbiamo litigato affatto, semplicemente ora frequentiamo compagnie diverse, tutto qui," affermo, mentre sento il mio naso spingere verso l'esterno per diventare come quello di Pinocchio.

"Dì un po' Susy, non è che è stato per Mickey, vero?" butta là Amelia.

"Ma come ti viene in mente, tra Mickey e me non c'è mai stato niente," ribatto ormai seccata.

"Beh," continua Amelia imperterrita, "lo sanno tutti che ne eri innamorata! Ma se tu dici che non c'è mai stato niente... io ci credo. Lui ha preferito Molly..."

Sorrido a denti stretti. Allora avevo indovinato: sono io lo zimbello di questa riunione. Stringo i pugni per evitare di sfoderare gli artigli e passarli sui bei musetti che mi guardano in attesa della mia prossima mossa. Ho deciso di non rispondere più a domande così personali. In fondo gli affari miei, miei devono restare.

"Allora, che si dice esattamente di Molly?" domando a mia volta, cercando di sviare l'attenzione da argomenti per me penosi.

"Sembra che l'abbiano... sterilizzata!" ci casca Virna.

"Ah sì? allora non è una cosa grave!" replico.

"Ma dunque non sai proprio niente!" si spazientisce Matilde. "Sembra che fosse già incinta, quindi l'intervento è stato molto più complicato e non si sa quando potrà tornare a casa, né se ci tornerà!"

"Ti avevamo invitata perché pensavamo che ne sapessi più di noi," si tradisce Carlotta, "ma vedo che siamo noi a informarti, tu non ne sai proprio niente, confessa!"

"Beh, sapete, in questi ultimi tempi sono stata molto occupata: sto per cambiare casa e c'è molto da fare..." mi mordo la lingua. Perché mai mi sono andata a impelagare in questa discussione?

"Cosa?” mi assale Virna, "stai per cambiar casa? Come mai? Non stavi bene a casa tua? E la padrona di casa cosa dice? Lo sa già?"

"Calma ragazze, mi state subissando di domande. Che cos'è, un terzo grado?" cerco di sdrammatizzare sorridendo conciliante.

"Dai Susy, racconta," mi lusinga Virna con uno sguardo dolce dei suoi occhi gialli, "raccontaci tutto, noi siamo sempre state molto amiche, non è vero?"

"Sì... ma non ho molto da raccontare. Desidero essere indipendente, voglio costruirmi una vita mia, tutto qui!" rispondo recisamente con un tono che non ammette ulteriori indagini. Ma ho sottovalutato le mie compagne.

"Dove pensi di trasferirti?" chiede ingenuamente Romina, "avrai già un altro posto dove andare, vero?"

"Se vuoi, puoi venire da me," mi invita Virna, "la casa è molto grande e io mi sento sola a volte. Se non ci fossero le ragazze qui che di tanto in tanto vengono a farmi visita..." termina con un sospiro.

"Grazie di cuore, ma sono già in trattative con una famiglia che vive non lontano da qui. Continueremo a vederci lo stesso..." mi affretto ad aggiungere.

"Quanti misteri!" insiste Romina, "si può sapere insomma dove andrai ad abitare?"

"Se devo essere sincera, non ho ancora concluso, ma appena lo avrò fatto, sarete le prime ad esserne informate," termino bruscamente.

Un silenzio brulicante di pensieri interrompe il battibecco. Sembra che le mie "amiche" abbiano esaurito le munizioni...

"Ma non ti dispiace lasciare la tua casa?" riprende invece con foga Carlotta.

"Sì," incalza Matilde, "io, se fossi nella tua padrona di casa, mi sentirei molto offesa. Scusa, si è data tanto da fare per te e tu ora hai intenzione di abbandonarla..."

"Macché abbandonarla! se resta con altri dieci gatti, cosa dici insomma!" rispondo irritata.

"Allora è per questo che te ne vai, eh? pensi che a casa tua ci siano troppi gatti, è così?" mi accusa Amelia.

"Non ho mai affermato una cosa del genere. Sentite ragazze, è tardi, ho un appuntamento tra pochi minuti, me ne devo proprio andare... arrivederci e grazie della compagnia," mi congedo.

"Fermati un attimo ancora, non hai neppure assaggiato uno dei tuoi pasticcini preferiti..." prega Virna.

"Veramente non me ne avete dato l'occasione... Sono venuta per stare un po' in compagnia e non avete fatto altro che interrogarmi per tutto il tempo," rispondo seccata e faccio per andarmene.

"Sei ingiusta con noi!" esclama Matilde porgendomi una lettera, "vedi, dovevamo darti anche questa... Mickey ci ha pregato di fartela avere: è in ospedale anche lui..."

"Come? in ospedale?" mi agito, "che cosa gli è successo?"

"Niente, non preoccuparti. La solita routine: castrazione. Però sai,” aggiunge Virna con uno strano sguardo negli occhi, "quando ci si sottopone a un intervento, può capitare di tutto!"

Sono impallidita, lo sento. Al diavolo queste pettegole, voglio correre da lui. Subito!

"Ma come, non leggi la lettera?" si stupisce Amelia.

"No, ora non ho tempo, devo proprio andare. Ciao, ragazze, grazie per l'invito, ci vediamo," saluto svignandomela in tutta fretta.

Che sollievo essere fuori dalle grinfie di quelle arpie! A qualche distanza dalla casa di Virna, apro la lettera.

"Cara Susy," leggo, "sono in ospedale per un piccolo intervento. So che tra di noi ci sono state delle incomprensioni e io ti stimo troppo per non confessarti la verità. Nonostante ti abbia a volte fatto credere di provare una certa simpatia nei tuoi confronti, desidero ora chiarire come stanno esattamente le cose. Amo Molly, anche se all'inizio sono stato indeciso se scegliere te o lei. Ma ora sono certo del mio sentimento e ti scongiuro di perdonarmi per le false illusioni che posso avere suscitato in te. Sono sicuro che questo non pregiudicherà i nostri rapporti di sincera amicizia e ti garantisco che potrai ancora contare su di me ogni qualvolta ne avrai la necessità.

Ti ricorderò sempre come una cara e dolce amica e sono certo che, nonostante tutto, apprezzerai questa tardiva franchezza.

Ti voglio bene e, credimi, sarò eternamente il tuo amico devoto.

Mickey."

Nuvole nere all'orizzonte inseguono un pallido sole che sbiadisce sempre più… Non c'è più speranza. Ora è tutto nero, oscuro e tenebroso. Non più dolci sguardi da ricambiare, né languide attese e batticuori... Sento un brivido di fuoco gelido scorrermi dalla nuca alla coda. Poi la mente si perde in un labirinto ovattato e, percorrendo quei meandri rasserenanti, ne esce tersa. Ho deciso, traslocherò veramente, il più in fretta possibile e non mi vedranno più, mai più. Vuoi che non esista una casa accogliente come la mia, con una padrona dolce e disponibile, sempre pronta a far coccole e ad allungarti qualche boccone prelibato? No, lo so che non esiste, ma me ne devo proprio andare, ne va del mio onore! Che cosa direbbero le pettegole se continuassi a vivere sotto lo stesso tetto di Mickey e Molly? Non mi lascerebbero più in pace, dovrei continuamente sopportare le loro allusioni, le loro malignità e i loro lazzi. No, grazie! A costo di vivere da randagia, devo tagliare i ponti con la mia vita attuale: vale ben la pena fare qualche sacrificio pur di riacquistare libertà e dignità!

(dal mio libro "Occhi di gatto" pubblicato nel dicembre 2000)