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UNA MICIA PREPOTENTE

  • Categoria: Racconti
  • Pubblicato: Lunedì, 04 Agosto 2014 00:00
  • Scritto da Maria Grazia Sereni

"Ehi Eddie, guarda. La conosci quella?" mi chiede Teddy indicando una bella gattina bianca e nera che si sta avvicinando.

"No, non l'ho mai vista. Non male però!"

La micia avanza guardinga. Alla nostra altezza, si gira e ci mostra i denti aprendo le labbra in tremolii nervosi.

"Che caratterino!" esclama Teddy divertito.

"Ehi bella," l’apostrofo baldanzoso, "chi ti credi di essere, eh?"

La risposta consiste in un ruggito niente affatto amichevole. La coda gonfia e la schiena inarcata col pelo irto non lasciano dubbi: la signorina non vuol concedere confidenze.

"Ehi, ehi... calmati! Come mai sei così battagliera? Noi vogliamo solo scambiare due chiacchiere... ma cosa fai? Attento Teddy! ...Questa è impazzita!" grido retrocedendo davanti all'attacco della micia.

"Non sarai mica una gatta guerriera, eh?" scherza Teddy dandosela a gambe dietro di me.

Una volta liberatasi di noi due, la nostra nemica si calma un poco, quindi prosegue imperterrita la sua marcia, continuando a brontolare tra sé e sé. Noi la seguiamo con lo sguardo e, quando neppure un pelo è più visibile, sospiriamo di sollievo.

"Non mi era mai capitata una cosa del genere!" dichiaro tra il serio e il faceto. "Essere attaccato da una femmina! Che mondo ragazzi! Ma che cosa le sarà mai accaduto per essere tanto aggressiva?"

"Boh, avrà avuto delle esperienze spiacevoli!" esclama il buon Teddy sorridendo.

La giornata calza a meraviglia: cielo terso e aria frizzante, luci e ombre che si inseguono giocose, buonumore in tutte le creature. Per noi le ore del pomeriggio trascorrono nelle solite occupazioni: i pasti, la pulizia del mantello, i riposini, i giochi e i pettegolezzi al bar.

"Ehi Peppino, conosci una bella gatta bianca e nera con degli stupendi occhi verdazzurro?" chiede Teddy al barista.

"Dalla descrizione dovrebbe trattarsi di Maggie," risponde Peppino.

"Ė un po' fuori quella lì!" mi lamento.

"Perbacco se lo è!" esclama il barista, "figuratevi che ha aggredito Didi, il suo compagno di infanzia.”

"Ma è sempre stata così?"chiede Teddy incuriosito.

"Personalmente non lo so. Si dice però che il suo carattere sia peggiorato in seguito a un’esperienza negativa..." rivela Peppino.

"Su, racconta!" lo invitano allora gli astanti incuriositi.

"Beh, dovete sapere... ma è meglio cominciare dall'inizio. Sembra che Maggie sia nata in una famiglia che abitava in città. A poco più di tre mesi fu abbandonata al suo destino, come succede alla maggior parte delle femmine. Così giovane e inesperta rischiò più volte di essere travolta da un'auto o di finire in bocca a qualche cane randagio, invece fortuna volle che fosse accolta in un gattile. Pare che, essendo molto intollerante, non potesse soffrire la compagnia dei suoi simili, cosicché la direttrice fu costretta a isolarla. Ma Maggie non restò a lungo laggiù. Un giorno un'anziana signora si presentò al rifugio per adottare un cucciolo.

-          Di piccoli abbiamo solo questa gattina, signora. Ė molto magra perché ha sofferto per qualche tempo la fame, ma siamo sicure che diventerà graziosa crescendo -, spiegarono le assistenti.

-          Oh, non importa. Io desidero una micia che mi tenga compagnia, quindi, anche se non è bellissima, va bene ugualmente! L’importante è che sia affettuosa -

-          Per questo non c’è problema: la gattina è molto espansiva. Però, signora, non la deve lasciar uscire per qualche giorno - raccomandarono le inservienti - sa, si deve abituare alla nuova dimora, altrimenti potrebbe fuggire e perdersi. -

E fu così che Maggie cambiò casa."

"Ma insomma, questa è una normale vita da gatto, e da gatto fortunato direi!" interloquisco. "Che esperienze negative ha mai vissuto che non siano comuni alla maggior parte delle altre micie?" chiedo spazientito.

"Eh, un po' di calma!" si ribella il barista. "Che cosa c'è, vi scappa il treno?"

"Non interrompere, Eddie, lascia che Peppino prosegua il suo racconto!" borbotta allora Teddy.

"Dopo qualche giorno, l'anziana signora si recò da una sua vicina di casa a chiedere aiuto...

-          Signora – le raccontò – sono andata al gattile dove ho adottato una micina, che però si è rivelata molto selvatica; infatti, graffia e morde tutte le volte che mi avvicino per coccolarla. -

-          Ah sì? E come mai? - chiese incuriosita la vicina.

-          Non saprei, però io desidero un animale affettuoso e mansueto. Se devo essere sincera, ho paura di questa gatta: a volte sembra impazzita, sale sui mobili, si nasconde in tutti gli angoli della casa, tanto che spesso non riesco a trovarla. E poi ... è veramente troppo aggressiva! - concluse l'anziana signora.

-          Le è forse successo qualcosa di particolare? Magari è stata picchiata, è stata tenuta senza cibo, rinchiusa... non so? - chiese allora la vicina.

-          Oh, no! Io non l'ho mai punita in alcun modo, - replicò l'attempata signora, - l'ho solamente tenuta in casa per tre giorni, come mi avevano raccomandato le inservienti del rifugio -.

La vicina si fece pensierosa, poi volle chiarire un sospetto che si era improvvisamente impadronito di lei: - Mi dica un po', dove tiene la gattina di notte? -

-          Beh, la sera la libero per casa, anche se temo sempre che mi combini qualche guaio. Di giorno invece la chiudo nel ripostiglio delle scope: sa, in casa mia c'è sempre un andirivieni di nipoti che spesso lasciano la porta aperta, e io ho paura che la micina scappi. Ma stamattina, ad esempio, non sono riuscita a prenderla! Ora è nascosta dietro la cucina a gas e io non riesco a piegarmi sulle ginocchia. Lei non potrebbe venire a prenderla e magari... restituirla al gattile? - chiese speranzosa.

La vicina acconsentì di buon grado. Sembra non sia stato per nulla facile riuscire a stanarla, tanto era spaventata la poverina!"

"Ma guarda un po' che sistemi!" si meraviglia Teddy. "A volte non li capisco proprio questi umani!"

"Maggie fu ospitata nella casa della vicina che non se la sentì più di riportarla al rifugio," prosegue Peppino. "Però ormai il suo carattere, già di per sé combattivo, era stato irrimediabilmente danneggiato: sempre agitata e impaurita, odiava le novità e i gatti adulti, anche se verso i suoi nuovi ospiti umani mostrò sempre un grande attaccamento. Poiché nella nuova casa vivevano diversi mici, e tenuto conto dell’insofferenza manifestata da Maggie nei confronti dei suoi simili, la nuova mammy decise di separarla dal resto della combriccola. La destinò quindi a compagna di un altro gattino della stessa età, Didi, col quale lei divise una stanza appartata. Fino al compimento dei sette mesi i due mici giocarono insieme, poi Maggie diventò irrequieta e non fu più possibile tenerla in casa. Allora la sua mammy la fece sterilizzare affinché potesse uscire almeno di giorno. Il problema divenne serio, quando si trattò di far rientrare la micia per la notte. A volte non bastavano né la pazienza né la perseveranza, ma servivano piccoli sotterfugi per attirarla in casa. Maggie diventava ogni giorno più nervosa e aggressiva, soprattutto con Didi che aveva un’unica colpa: quella di essere a portata di zampe!"

"Povera gattina, ora capisco quello che deve aver passato: abbandonata, maltrattata, segregata," conclude l'ottimo Teddy.

"Sì, però poi la sua vita si è normalizzata, anzi forse Maggie è stata anche più fortunata di altri ad aver trovato una casa che l'accogliesse!" puntualizzo.

"Eccola che passa di nuovo!" li interrompe Peppino, "ora è sempre in giro, non va quasi più neppure a casa, mi ha raccontato Didi, e la sua mammy, anche se a malincuore, ha dovuto accettare questo stato di cose."

"Perché, non si trovava bene neppure con lei?" chiedo con una punta di ironia.

"Mah, vai a sapere qual è la verità! Didi, ad esempio, afferma che il problema è rappresentato dai gatti di casa: Maggie non li tollera, perciò preferisce vivere da randagia. Torna solo per mangiare e d'inverno per dormire al coperto! E neppure in queste occasioni entra più in casa, preferisce il garage, dove trova sempre cibo disponibile, comodi giacigli e nessun micio," spiega Peppino.

"Ci siamo accorti che non sopporta la compagnia degli altri gatti, e non soltanto la compagnia, odia anche la semplice vista dei suoi simili!" conclude Teddy ridendo sotto i baffi.

(tratto dal libro "Gatti allo Specchio" pubblicato nell'Ottobre del 2005)