LA CONIGLIETTA MUFFY

muffy

Oggi mi hanno imposto il nome di Muffy. Ne sono fiera perché è un nome molto bello.

Sono in un luogo a me sconosciuto, in una gabbia grande (non come quella dove stavo prima!).

Accanto ci sono diverse gabbie con altri conigli che, lo vedo bene, hanno più o meno la mia età.

“Domani,” mi spiega Mariangela, “verrà una signora che desidera una bella coniglietta. Quindi oggi ti spazzolerò, razzolerai un po’ nel recinto esterno e dormirai su questo morbido cuscino anziché sul pavimento.”

 

“Preferisco la paglia del pavimento, mi fa sentire più… in un ambiente più naturale ” commento. “Però sono molto felice di poter correre un po’ nell’erba. Adorerò il vento sul muso, mi sembrerà di essere libera di una libertà che nella mia vita non ho mai assaporato,” le rispondo con occhi sognanti.

Ed eccola, la signora preannunciatami da Mariangela. Si avvicina alla mia gabbia, io mi mostro in tutto il mio splendore e la osservo. Ha gli occhi pieni di compassione per noi poveri coniglietti prigionieri, sento il suo cuore accelerare i battiti e mi innamoro.

“Sarai la mia nuova mammy,” dichiaro.

Vengo prelevata dalla gabbia, introdotta in un trasportino e parto con la mia nuova amica.

Giungiamo in una casa di campagna, il trasportino viene aperto in un recinto, e io esco al colmo della gioia: erba di tutti i tipi, radici (ne annuso l’odore), spazio delimitato da una rete che, è vero, mi impedisce di uscire, ma impedisce pure ai malintenzionati di entrare e una “tana” che, se pur sintetica, mi convince di aver trovato infine la serenità.

Grazie Mariangela di avermi rubata ai coltelli della mia precedente abitazione, grazie per avermi regalato una vita.

Buona vita anche a te! Penso con il cuore colmo di gioia.