VEAT

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Rendere più accessibile gli alimenti plant-based, facendoli percepire come “normali” e alla portata di tutti: questo è l’intento della start-up svedese Veat, che all’inizio del mese ha attivato a Stoccolma alcuni distributori automatici che offrono solo cibo vegetale. L’azienda, fondata nel 2019 dal giovane imprenditore Andreas Karlsson, risponde a quella che è una tendenza sempre più consolidata, che vede il cibo “healty” ai primi posti nelle scelte dei consumatori.

Tempo fa noi di Osservatorio VEGANOK avevamo immaginato il distributore automatico “perfetto”: un punto di ristoro all’interno di uffici, scuole e ospedali in cui le scelte 100% vegetali spicchino per varietà e quantità, andando a sostituire in parte o del tutto snack e merendine ipercalorici. Un’idea che non si discosta dalla proposta di Veat, che ha già attirato l’attenzione di diversi investitori di alto profilo al round pre-seed dell’azienda, che ha fruttato un capitale di quasi 600 mila dollari. Tra i numerosi investitori non solo Pale Blue Dot, società di venture capital con sede a Malmö che investe esclusivamente in start-up che stanno affrontando il cambiamento climatico, ma anche Purple Orange Ventures – società berlinese che investe in aziende che lavorano per un sistema alimentare animal-free.

Entro la fine dell’anno, Veat prevede di installare 10 distributori automatici vegani tra uffici, grandi magazzini e spazi di co-working a Stoccolma, ma l’ambizione è quella di espandersi in altre città europee nel 2021. Ma cos’hanno di diverso queste vending machine rispetto a quelle tradizionali? In questi distributori non si trovano biscotti, patatine o bevande gassate, ma piuttosto una selezione di insalate, piadine, piatti pronti e snack plant-based, tutti preparati quotidianamente da chef svedesi che collaborano con l’azienda. In futuro potrebbero entrare a far parte del “menu” anche le polpette vegetali di Ikea, in una mossa che farebbe da cassa di risonanza non solo per la scelta di sostenibilità alimentare di Ikea, ma anche per la politica “meat-free” di Veat. I prezzi sono volutamente contenuti, per incentivare i consumatori all’acquisto, e per evitare gli sprechi, qualsiasi cibo invenduto viene donato in beneficenza.

Non è un caso che l’azienda abbia scelto questo momento per lanciare la propria idea sul mercato: in questo periodo di emergenza sanitaria e restrizioni, la start-up spera che i consumatori vedano i distributori automatici come un’alternativa alimentare sicura e salutare, “senza contatto” a differenza del convenzionale ristorante. “Dobbiamo cambiare il modo in cui mangiamo, per la salute umana e del pianeta – dichiara Andreas Karlsson – Mangiare in modo nutriente e sostenibile in una frenetica vita in città è spesso difficile e costoso. Noi vogliamo cambiare questa situazione offrendo deliziosi cibi a base vegetale realizzati con ingredienti locali. E li portiamo nei luoghi in cui le persone hanno più bisogno di cibo fresco e nutriente, come al lavoro, nei trasporti pubblici, nei grandi magazzini, nelle università e negli ospedali “.

Un’iniziativa che senza dubbio abbatte le barriere che impediscono ai consumatori di scegliere modelli alimentari più salutari e sostenibili. Questo mentre nella GDO si afferma la tendenza ad acquisti più consapevoli. Numerosi in questo periodo sono stati gli studi e le analisi che hanno evidenziato un sentiment comune: la paura di un numero crescente di zoonosi (come il COVID-19), la consapevolezza in merito ai benefici nutrizionali offerti dagli analoghi vegetali, sono i fattori che stanno guidando la crescita del mercato plant-based a scapito della carne. I consumatori si stanno spostando verso le proteine ​​di origine vegetale e stili di vita più sani.

Redazione di Veganok