DEL MANGIAR CARNE

PLUTARCO

Nulla turba il nostro senso del pudore, non il fiorente aspetto di queste creature sventurate, non il fascino della loro voce armoniosa, né la purezza del loro modo di vivere e la loro straordinaria intelligenza. Invece, per un minuscolo pezzo di carne priviamo un essere vivente della luce del sole e del corso dell’esistenza, per cui esso è nato ed è stato generato. Per di più crediamo che i suoni e le strida che gli animali emettono siano voci inarticolate e non piuttosto preghiere, suppliche e richieste di giustizia.

(dal libro Del mangiar carne di Plutarco)