TATUAGGI BIOMEDICI

 

tatuaggi biomedici

Potrebbero bastare una app e un tatuaggio dinamico per monitorare in tempo reale i nostri parametri vitali: è la nuova frontiera della medicina traslazionale, una tecnologia che promette di rivoluzionare il mondo della diagnosi e della prevenzione.

Immaginale l’insieme di minuscoli pigmenti del tatuaggio che diventano strumento diagnostico dinamico di allertare in caso di colesterolo alto o quando la saturazione del sangue scende sotto il livello di guardia.

Fantascienza?

Niente affatto: la tecnologia dei tatuaggi biomedici è giovanissima, ma potrebbe trasformare lo screening e il trattamento delle malattie croniche e addirittura segnalare l’insorgenza di alcuni tipi di cancro.

La filosofia è simile a quella degli smartwatch e dei braccialetti fitness che tramite elettrodi e fotodiodi monitorano lo stato di salute e forniscono frequenza cardiaca e pressione arteriosa.

Il tattoo biomedico è ancora più sofisticato perché non si affida a sensori fisici, ma sfrutta l’analisi continua e non invasiva di marker biochimici, ovvero i fluidi a contatto con il tatuaggio stesso (sudore, saliva, lacrime o liquido interstiziale). Questo grazie a pigmenti smart che una volta iniettati intraderma si colorano a seconda delle variazioni dei parametri vitali.

Così, da un lato il portatore potrà capire immediatamente se è in ipoglicemia o ha la febbre, dall’altro il medico riuscirà a tenere sotto controllo il paziente cronico.

Per la nuova frontiere dei nanosensori indossabili, l’interesse dell’industria biomedica sta crescendo. Lo testimoniano decine di progetti. Già nel 2017 un gruppo di bioingegneri del Mit di Boston e della Medical School di Harward ha testato il tatuaggio Dermal Abyss che cambia colore in base ai livelli di sodio, glucosio, albumina e PH della pelle.

La stessa equipe ha creato un’app che scansiona il tattoo dinamico tramite la fotocamera dello smartphone e visualizza sullo schermo i parametri in tempo reale. Un nuovo prototipo dell’Università del Colorado si concentra invece sulla prevenzione dei carcinomi e melanomi con un tatuaggio fotocromatico che diventa blu se l’esposizione solare è pericolosa per la pelle. E poi c’è la soluzione più promettente basata sull’ingegnerizzazione delle cellule epiteliali: un tatuaggio che sarebbe in grado di individuare alcuni tipi di cancro prima di qualsiasi strumento diagnostico. Messo a punto dall’Eth di Basilea ha la forma di un piccolo neo invisibile che si scurisce se rileva un aumento del calcio nel sangue. L’ipercalcemia è associata (anche) ai quattro più comuni cancri (mammella, prostata, polmone e colon); rilevarla tempestivamente significherebbe quindi avere più probabilità di diagnosticare un tumore nelle sue prime fasi.

Nessuna fretta però: gli esperti spiegano che ci vorranno almeno una decina di anni di studi e trial clinici per una prima commercializzazione

(da un articolo sull’inserto “Salute” del quotidiano La Repubblica)