CHI HA RAPITO IL TACCHINELLO?

 

tonino il tacchino

Tonino il tacchino si muoveva con cautela: aveva udito delle voci umane (forse cacciatori?) e cercava un rifugio che lo ospitasse finché il pericolo fosse terminato.

“Che cosa stai facendo?” gli chiese Nella la tacchinella.

“Sssst! Vieni con me e fai silenzio, dobbiamo nasconderci!” esclamò Tonino.

Infine trovarono un cespuglio piuttosto fitto con un tronco che lo occultava.

Vi si infilarono e stettero immobili in attesa degli avvenimenti.

Arrivarono sulla scena due cacciatori che, parlando a voce bassa, si lamentarono: “Io tornerei a casa. Siamo in questa foresta da tre ore e non abbiamo ancora trovato qualcosa cui sparare.”

“Facciamo un altro giro. Ti avevo proposto di portare i cani, ma tu non hai voluto! Non capisco perché.”

“E allora che facciamo?”

“Andiamo, dai, torniamo. Chissà che, percorrendo la strada al contrario, ci capiti una fortuna!”

Quando il silenzio boschivo invase di nuovo l’ambiente, i due tacchini uscirono allo scoperto.

Tonino, con i colori del collo che stavano sbiadendo, tirò un sospiro di sollievo.

“Vieni Nella, andiamo subito a controllare il nostro nido.”

Spiccarono il volo i nostri amici per arrivare al più presto dai loro figli che erano stati lasciati soli.

Il nido era situato in un avallamento del terreno ed era coperto da foglie che lasciavano tuttavia la possibilità ai piccoli di respirare.

L’orrore invase le menti dei genitori quando scoprirono che uno dei piccoli era scomparso.

Tonino esaminò il terreno intorno nella speranza di trovarvi il figlioletto: nulla!

Nella volò sui rami bassi di un albero vicino nella speranza che il piccolo fosse riuscito a volare fin lassù: nulla!

Chiamarono a gran voce “Tutù, Tutù”: nulla!

“Che cosa facciamo?” chiese Nella a Tonino il cui collo era ridiventato di un rosso violaceo.

Lui pensò per qualche istante, quindi: “Mi rivolgerò a un investigatore. Il migliore è Hercule Tacchinot. Non risparmierò nulla pur di ritrovare il nostro piccolo.”