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DEGRADO AMBIENTALE

 

degrado ambientale

La biodiversità (vale a dire la coesistenza in uno stesso ecosistema di diverse specie animali e vegetali che crea un equilibrio grazie alle loro reciproche interazioni) è ridotta da diversi fattori quali:

agricoltura industrializzata, sistema che utilizza grandi quantità di energia (proveniente da combustibili fossili), di acqua, di pesticidi per produrre grandi quantità di vegetali e animali da commercializzare;

agricoltura tradizionale, sia di sussistenza (per i componenti di una fattoria) sia intensiva che sfrutta il terreno con grosse quantità di fertilizzanti per ottenere più prodotti per uso proprio e da commercializzare (quest’ultima praticata da circa tre miliardi di persone).

Di seguito alcuni esempi di tecniche che inducono il degrado ambientale:

1. Coprire un terreno fertile con materiali quali calcestruzzo, asfalto o costruzioni.

2. Coltivare la terra senza gestire al meglio il suolo, provocando così l’erosione del terreno e il deterioramento dei nutrienti.

3. Irrigare troppo il terreno senza un buon drenaggio, causandone la salinizzazione o la saturazione idrica.

4. Distruggere le barriere coralline.

5. Inquinare le paludi o drenarle troppo.

6. Disboscare senza un’adeguata ripiantumazione (con piante di diverse specie).

7. Utilizzare pesticidi e cacciare per uso commerciale che stanno provocando la decimazione della fauna selvatica.

8. Inquinamento delle risorse idriche, dell’aria, del suolo causato soprattutto dagli allevamenti zootecnici, oltre che da tutte le altre attività umane (trasporti, produzione industriale ecc.).

Esistono comunque dei rimedi nel campo agricolo che possono aiutare a mantenere il suolo in salute, come ad esempio:

intercoltura dove si coltivano allo stesso tempo due o più vegetali differenti;

agro forestazione che consiste nella piantumazione di alberi o arbusti su terreni adibiti a pascolo;

policoltura dove sono coltivati insieme differenti vegetali che maturano in tempi diversi.