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INQUIETUDINE, PACATEZZA, IRREQUIETEZZA, DIMENTICANZA

  • Categoria: Racconti
  • Pubblicato: Sabato, 25 Marzo 2023 00:00
  • Scritto da Maria Grazia Sereni

Ritratti di parole

Nella scuola di Dimenticanza, anche andando a ritroso di parecchi anni, mai si era vista un’amicizia come quella che univa tre compagne di scuola, Inquietudine, Pacatezza e Irrequietezza.

Ognuna aveva, s’intende, la propria famiglia, ma non appena assolti i doveri filiali, le tre ragazzine si riunivano.

Facevano i compiti insieme – per dirla tutta, era Pacatezza che li preparava, ovviamente in tre versioni differenti –, studiavano – anzi era Pacatezza che studiava e ripeteva per tutte le cose essenziali – e, alla fine, giocavano – soprattutto Inquietudine e Irrequietezza, perché ormai Pacatezza era un tantino stanca.

Giunse infine l’esame finale per essere ammesse alle scuole Superiori.

Inquietudine era molto inquieta: sapeva, la poverina, quante poche nozioni erano rimaste in quella sua testolina ribollente.

Irrequietezza era irrequieta: pure la sua testolina spumeggiante era sempre stata in tutt’altre faccende affaccendata.

Entrambe allora si rivolsero a Pacatezza per un consiglio.

“So che alcune nostre compagne vanno a ripetizione da Dimenticanza. Lei è in grado di prepararvi con le nozioni necessarie, data la sua lunga esperienza in questo campo.”

“A me la professoressa Dimenticanza sta proprio antipatica. Come vuoi che impari qualcosa da lei, se provo un intenso fastidio solo alla sua vista?” dichiarò imbronciata Inquietudine.

“Io non ho tempo di curarmi di lei; a dire il vero non ho neppure tempo di studiare, figurarsi stare a sentire quell’asina!” esclamò Irrequietezza dimenandosi sulla sedia.

“Quindi? Che cosa intendete fare per prepararvi all’esame?” chiese calma Pacatezza.

“Faremo come siamo abituate: studieremo con te,” propose Inquietudine.

“Io non ho problemi. Vi aiuterò volentieri,” rispose Pacatezza tutta felice di poter stare ancora più a lungo in compagnia delle sue amiche.

“Dobbiamo sottoscrivere un patto però,” spiegò Irrequietezza.

“Quale?” vollero sapere le compagne.

“Se una sola di noi non passerà l’esame, anche le altre dovranno fallire.”

Inquietudine restò di stucco e: “Ma come? Tu pretendi che siamo bocciate tutte insieme? Perché è questo che accadrà, sapendo il livello della tua applicazione.”

“Senti chi parla di applicazione!” replicò Irrequietezza. “Se c’è qualcuno qui che si dovrebbe lamentare è Pacatezza, non certo tu!”

“State calme ragazze,” invitò Pacatezza. “Parlerò io con Dimenticanza, e vedrete che tutto si sistemerà.”

L’indomani la professoressa ricevette la visita di Pacatezza.

“Posso esserti utile Pacatezza?”

“Sì professoressa. Ho questo problema,” esordì la nostra amica con calma. “Inquietudine e Irrequietezza sono le mie migliori amiche, lo sanno tutti. Ora io sono convinta che loro non riusciranno a prepararsi come si deve per l’esame di licenza media. Vorrei sapere se ho modo di aiutarle.”

“Mi poni un problema molto grave Pacatezza. Però, poiché sei la migliore della scuola, voglio aiutarti. Durante l’esame, siedi tra le tue amiche e io dimenticherò di controllarvi. Che ne pensi?”

“Se va bene a lei professoressa, io non discuto,” affermò soddisfatta Pacatezza.

Non informò le sue amiche dell’accordo raggiunto, ma propose loro di aiutarle durante l’esame.

Tutto andò per il meglio, e le tre ragazzine superarono la prova con le stesse valutazioni.

“Strano,” rifletté a quel punto Inquietudine, “che la professoressa Dimenticanza non ci abbia controllate durante le prove scritte. Voi che ne pensate?”

Sorrise Pacatezza e: “Se ne sarà scordata!”