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ASPETTI AMBIENTALI

  • Categoria: Veganesimo
  • Pubblicato: Lunedì, 11 Maggio 2020 00:00
  • Scritto da Maria Grazia Sereni

aspetti ambientali

Le diete a base vegetale sono più sostenibili a livello ambientale rispetto alle diete ricche di prodotti di origine animale, in quanto utilizzano meno risorse naturali e sono associate a un minor impatto ambientale.

L'attuale consumo di diete ricche di carne e prodotti caseari a livello mondiale è considerato da alcuni ricercatori non più sostenibile.

La revisione sistematica della letteratura condotta dal comitato scientifico delle Dietary Guidelines for Americans fornisce le prove che le diete a più elevato contenuto di alimenti vegetali e a più basso contenuto in alimenti di origine animale (come una dieta vegetariana) sono associate a un minore impatto ambientale.

Molti scienziati ritengono che una sostanziale riduzione dei prodotti provenienti da allevamenti nella dieta degli esseri umani sia un modo importante per invertire il cambiamento climatico.

Rispetto alle diete onnivore, le diete vegetariane utilizzano meno risorse idriche e meno combustibili fossili, e utilizzano minori quantità di pesticidi e fertilizzanti.

Sostituire la carne bovina con i legumi ridurrebbe in modo significativo l'impatto ambientale in tutto il mondo. Per produrre 1 kg di proteine a partire da fagioli viene utilizzata 18 volte meno terra, 10 volte meno acqua, 9 volte meno energia, 12 volte meno fertilizzanti e 10 volte meno pesticidi in confronto alla produzione di 1 kg di proteine a partire dalla carne. Inoltre, la produzione di carne di manzo genera molte più deiezioni animali rispetto a qualsiasi altra produzione di alimenti di origine animale.

Secondo la US Environmental Protection Agency, circa il 70% di tutto l'inquinamento delle acque di fiumi e laghi negli Stati Uniti è il risultato dell'inquinamento da allevamenti.

L'agrozootecnia è associata con il degrado del territorio, con l'inquinamento atmosferico, la perdita di biodiversità e il riscaldamento globale.

La produzione di carne contribuisce in modo significativo alle emissioni di anidride carbonica, di metano e di protossido d'azoto causate da attività umane. Facendo dei calcoli basati su 210 alimenti comuni, le emissioni di gas serra di una dieta vegetariana sono risultate essere il 29% in meno rispetto a una dieta non-vegetariana, mentre una dieta vegana può avere emissioni di gas serra di oltre il 50% in meno rispetto a una dieta non vegetariana.

Nonostante siano disponibili nuove tecnologie per l'allevamento degli animali, un recente studio ha rilevato che le emissioni di gas a effetto serra derivanti dalla produzione e dal consumo di prodotti di origine animale si sono ridotte solo del 9%, anche a fronte di una catena produttiva più efficiente. Gli autori hanno concluso che per raggiungere l'obiettivo prefissato di una corretta temperatura globale, la diminuzione di emissioni di gas serra necessaria è tale da "richiedere una drastica riduzione del consumo globale a lungo termine di cibo animale". Altri hanno suggerito che la riduzione della produzione animale ha un maggiore potenziale nel ridurre le emissioni di gas serra rispetto a "soluzioni tecnologiche od ottimizzazione della produttività".

L'uso di antibiotici negli animali da allevamento come promotori della crescita e nella prevenzione e il trattamento delle malattie degli animali ha generato batteri resistenti agli antibiotici. Questa resistenza agli antibiotici può essere trasmessa all'uomo attraverso il consumo di alimenti di origine animale ed è a oggi un importante problema di salute pubblica, poiché sta causando malattie difficili da trattare e un conseguente aumento della morbilità, della mortalità e dei costi dell'assistenza sanitaria.

Fonte: Position of the Academy of Nutrition and Dietetics: Vegetarian Diets. J Acad Nutr Diet. 2016 Dec;116(12):1970-1980