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MUSICOTERAPIA

  • Categoria: Salute
  • Pubblicato: Martedì, 14 Febbraio 2017 00:00
  • Scritto da ADMIN

È difficile trovare qualcuno cui non piace la musica. Essa non è solo un sorso di benessere dello spirito, ma anche una terapia se indirizzata da esperti terapeuti. Leggiamo insieme il seguente articolo che ci spiega in dettaglio come funziona la musicoterapia.

 

musicoterapia

Tutte le popolazioni della Terra fin dall’antichità attribuivano ai suoni e alla musica degli effetti benefici sopratutto sull’umore e sugli stati nervosi. E non solo in occidente. In Cina e in India si attribuiva alle note musicali la capacità di condurre alla guarigione.

Oggi la medicina tradizionale, pur non riconoscendo la musico-terapia come medicina effettiva, ne raccomanda l’applicazione in alcune situazioni patologiche, per alleviare il dolore nei malati allo stadio terminale, per stimolare disabili e persone

colpite da gravi traumi, per trattare ansia, depressione e insonnia, nella gravidanza per favorire lo sviluppo fisico e mentale del feto, nei casi di cattiva digestione e di ipertensione.

 

L’influenza benefica delle note musicali si manifesta sia nell’applicazione passiva, sotto forma di ascolto, sia nella sua forma attiva , con il canto o suonando uno strumento musicale.

Numerosi studi scientifici hanno provato che la musica influisce sul cervello, e quindi sulle attività neuronali, che vengono stimolate e producono le betaendorfine, ormoni del “buonumore”, che hanno una capacità analgesica.

Il corretto approccio alla musico-terapia va indirizzato da un terapeuta che individuata la tipologia di paziente e orienta verso l’ascolto di sequenze determinate di brani musicali che si sintonizzano con lo stato d’animo del paziente e ne stimolano le reazioni. In altri casi, si sceglie il canto o l’uso di uno strumento musicale, coinvolgendo il paziente nella interpretazione dei brani.

Attraverso studi recentemente effettuati risulta che le note musicali e il suono incidono a livello organico con influenza sulla pressione del sangue, sulla circolazione, sul ritmo del respiro e addirittura sui movimenti dell’intestino. Dal punto di vista cerebrale la musica svilupperebbe la concentrazione e in particolare le capacità di calcolo e a lungo andare modificherebbe anche l’anatomia del cervello.

La musicoterapia per pazienti colpiti da gravi malattie neurologiche

Particolarmente interessante a questo proposito quanto scritto dal recentemente scomparso Oliver Sacks, il neurologo-scrittore diventato famoso in tutto il mondo coi i suoi bellissimi libri, che con “musicofilia”, una delle sue ultime opere, aveva esplorato il complesso rapporto tra musica e cervello. Soprattutto, Sacks, aveva analizzato i benefici che la musicoterapia può portare a pazienti affetti da gravi ed irreversibili malattie neurologiche, come il Parkinson e l’Alzheimer.

 

“Nell’ospedale in cui lavoro e in una serie di case di cura per anziani dove presto servizio, ci sono molte persone che soffrono di Alzheimer o hanno altri tipi di demenza. Alcuni di loro sono confusi, altri sono agitati, altri sono letargici, alcuni hanno quasi perso la capacità di parlare. Ma tutti loro, senza eccezioni, reagiscono alla musica. Specialmente quando si tratta di vecchie canzoni o di canzoni che conoscevano. Sembrano toccare certe corde della memoria ed emotività che altrimenti sarebbero inaccessibili per loro. È davvero sorprendente vedere persone assenti e cupe reagire immediatamente alla musicoterapia o a una canzone familiare. All’inizio sorridono, poi in qualche modo tengono il ritmo e alla fine lo seguono. In un certo senso riconquistano quel periodo delle loro vite e quella identità che avevano quando hanno ascoltato la canzone per la prima volta. Sono affascinato dal potere della musica di integrare e curare: la musica è il più completo farmaco non chimico.”

La musicoterapia nei bambini

Con i bambini può avere aspetti positivi che non si limitano all’aiutarli a fare la nanna. Questa terapia si è rivelata particolarmente utile per superare lo stress della nascita, favorendo la capacità di comunicazione e apprendimento dei bimbi. La più adatta per i più piccoli è la classica, e perfino i neonati possono ascoltarla in cuffia fino a 5 volte al giorno per 20 minuti circa.

Il piccolo si abitua alla melodia in modo istintivo (senza mediazione culturale), educando il cervello ai suoni armonici e raggiungendo una condizione di benessere.

Nei bambini più grandi e negli adolescenti la musica aiuta a migliorare – attraverso attività di gruppo – la capacità di socializzare, a risolvere problematiche psicologiche, a sbrogliare il disagio in situazioni problematiche legate al contesto familiarescolastico,

Nei bambini la musicoterapia è benefica sia per i nati prematuri, che nei piccoli autistici, si rivela utile nei casi di dislessia e di disabilità, perché ha la caratteristica di diminuire rabbia e tensione, e aumenta la creatività.

La musicoterapia in gravidanza

Chi non ha mai cantato al proprio bimbo una canzoncina già quando era incinta? Sappiate che il suono più importante per il feto è sempre e comunque la voce della sua mamma, ma la musica è ideale in gravidanza perché permette un livello profondo di comunicazione con il nascituro e aiuta la futura mamma a rilassarsi. E diversi esperimenti hanno evidenziato come le musiche fatte ascoltare al piccolo ancora nella pancia siano poi state riconosciute dal bimbo dopo la nascita.

Dal momento in cui l’udito si sviluppa (dalla 27ma settimana di gravidanza) si può provare a far ascoltare musica, soprattutto classica, alla mamma e al suo piccolo. La musica è un mezzo di comunicazione tra la mamma e il bambino e può contribuire allo sviluppo del sistema nervoso del feto.

I notturni di Chopin e le sonate di Mozart sono tra le musiche consigliate dai terapeuti per l’insonnia e nella gravidanza, forse perché basate su di una sequenza musicale semplice ma coinvolgente.

Maura Lugano