DOV'E' FINITA VESPASIA?
- Categoria: Concorso
- Pubblicato: Domenica, 01 Luglio 2018 00:00
- Scritto da Maria Grazia Sereni
Vespasia era una delle regine del nido le cui sorelle e figlie sterili avevano l’incarico di nutrirla e accudirla in modo che potesse procreare all’epoca stabilita.
La sua vita era molto noiosa: non faceva altro che mangiare, dormire e riposare.
Di tanto in tanto le tornava in mente l’epoca in cui cacciava con le sorelle minuscoli insetti o suggeva il nettare dai fiori, e allora la poverina sospirava e si rigirava nervosamente nel suo giaciglio.
Un giorno una vespa operaia chiese udienza.
“Maestà, abbiamo un problema. Nel nido accanto al nostro si sono insediate delle vespe parassite, hanno ucciso le regine e hanno deposto le proprie uova. Temiamo che possa succedere anche a noi. Avete ordini in proposito?”
Vespasia analizzò a lungo la situazione poi: “Quante provviste abbiamo nei magazzini?” chiese.
“Non molte maestà”.
“Allora dobbiamo rimpinguarle al più presto. Dovrete fare doppi turni perché voglio che metà di voi restino a guardia del nido. Quando i magazzini saranno stati riempiti, tutte dovrete fare la guardia: non sia mai che ci ritroviamo in balia di quelle parassite!”
“Bene, maestà, porterò i vostri ordini alle mie compagne”.
“Quando tutto sarà fatto come ho ordinato, desidero essere informata” dichiarò la regina.
L’attività delle povere vespe divenne frenetica e in soli tre giorni tutti i magazzini furono riempiti, cosicché le vespe operaie e le sterili furono libere per piantonare il nido.
Quando tuttavia una di loro si recò dalla regina Vespasia per riferire come le era stato comandato, non la trovò nella sua cella.
Allora corse dalla regina Vissia per riferirle il problema.
“Da quando manca?” chiese quest’ultima.
“Non lo so, maestà, eravamo tutte occupate a eseguire i suoi ordini e a nutrire le larve, cosicché non so proprio quando sia sparita”.
“Allora corri subito da Hercule Vespasiot e informalo che deve ritrovare al più presto Vespasia. Ne va della nostra sopravvivenza”.
“Vado subito maestà”.