Oggi a Londra per la prima volta due persone hanno affondato i loro denti in un vero hamburger di manzo che non è cresciuto nel corpo di una mucca.
Il professor Mark Post dell’Università di Maastricht, Olanda, ha svelato pubblicamente il suo burger cresciuto in laboratorio, burger che è stato testato sotto il profilo del gusto in un evento che è stato pubblicato online. Un cuoco ha preparato una tartina con il manzo coltivato in laboratorio e il prof. Post ha concesso l’onore dell’assaggio a uno scrittore e a un ricercatore alimentari.
“La superficie della carne era croccante – sorprendentemente,” ha detto il ricercatore alimentare Hanni Rutzler. “Il sapore era succoso come solo la carne sa esserlo ma differente. Sapeva di carne, non di un sostituto come la soia o altro.”
Leggi tutto: CARNE COLTIVATA IN LABORATORIOIn tutti gli Stati Uniti è stato proposto di togliere dall’elenco delle specie a rischio di estinzione il lupo grigio.
Da quando è stata fatta questa proposta, la maggioranza degli americani si è dimostrata contraria, in particolare 16 scienziati che si occupano degli animali selvatici – i più accreditati della nazione – hanno espresso la loro profonda preoccupazione perché il loro campo di ricerca è stato distorto per giustificare la suddetta proposta.
L’inserimento dei lupi grigi nella lista degli animali protetti è stato un grande successo. La cancellazione dalla predetta lista, tuttavia, danneggerebbe quattro decadi di progresso nella tracciabilità dei loro itinerari e li esporrebbe a una vera e propria mattanza.
Questo è precisamente quello che è successo negli Stati del Wyoming e del Montana, dove la prematura cancellazione dalla lista degli animali protetti ha condotto all’uccisione di più di 1100 lupi. Se la corsa all’eliminazione di questi splendidi animali dovesse continuare, li condurrebbe inesorabilmente all’estinzione.
(fonte: Defenders of Wildlife)
La deforestazione delle foreste dell’estremo oriente russo sta distruggendo l’habitat delle tigri e leopardi Amur.
Il disboscamento illegale sta spingendo cervi e cinghiali fuori delle foreste perché la loro fonte di cibo sta scomparendo sotto i loro occhi.
Quando gli erbivori partono in cerca di cibo, tigri e leopardi li devono seguire, altrimenti morirebbero di fame. Questo, è ovvio, li rende più vulnerabili alle interazioni umane.
La deforestazione pone tutti gli animali in pericolo. La foresta è la loro casa e noi non abbiamo il diritto di rubargliela.
Il disboscamento illegale crea anche strade secondarie di cui si servono i bracconieri per cacciare le tigri e i leopardi nel loro territorio.
Si stima che siano rimasti circa 450 tigri Amur e tra i 30 e i 40 leopardi Amur allo stato brado, ovviamente in grave pericolo di estinzione.
(fonte: Care2)
Oggi ho deciso di comunicare ai lettori il mio disappunto, anzi la mia profonda indignazione per il trattamento che gli animali subiscono nei circhi.
Già essere forzatamente utilizzati come pagliacci (quelli umani lo scelgono volontariamente) per un cosiddetto divertimento (a me vedere una scimmietta vestita da essere umano andare in bicicletta, un elefante eseguire degli esercizi a comando o un felino essere costretto a superare la sua atavica paura del fuoco mette più che altro tristezza!) è un attentato alla dignità dell’animale. Purtroppo però i maltrattamenti non si fermano qui.
La privazione della libertà, soprattutto per gli animali che in natura vivono in ambienti ben diversi, provoca sofferenza e, a volte, conduce i soggetti alla morte.
Oltretutto, lo spazio vitale nei circhi è forzatamente ridotto, con gravi conseguenze per i detenuti; anche l’alimentazione spesso non è adeguata perché, come si può ben immaginare, nutrire una tigre di 200 chili diventa molto costoso, senza parlare degli elefanti che consumano enormi quantità di vegetali.
Il mio sogno, lo confesso, è che tutti gli animali utilizzati nei circhi siano liberati e rimandati nei loro habitat naturali. Affinché il mio sogno si avveri, ho firmato decine di petizioni, ma, soprattutto, ho disertato i circhi che utilizzano animali per i loro spettacoli e chiesto ai miei amici di fare altrettanto.
Voi che ne pensate?
“Aspettami,” sussurra Tommaso a corto di fiato.
Mamma Giovanna si ferma e attende il figlio, raccomandandogli di non parlare: “Ci sono orecchie nemiche qui intorno…”
“Va bene, ma tu per favore non correre,” piagnucola il coniglietto, “io sono piccolo e mi stanco in fretta.”
Giovanna allora lo prende e se lo accomoda sulla schiena.
Ancora un’ora di cammino, ed eccoli giunti ai piedi di un tronco d’albero, tra le cui radici si apre la tana abitata da nonno Alvise.
“Salve ragazzi! Avete fatto buon viaggio?”
“Sì, ma ora siamo stanchi. Dove possiamo riposarci?”
“Venite, ho preparato della lettiera fresca, accomodatevi pure qua.”
Ma Tommaso vuole curiosare e, lasciata la madre, se ne va intorno saltellando gioioso.
Trascorsa un’ora, del piccolo non c’è più traccia.
Giovanna ha un bel gridare: “Tommaso, dove sei?” Nessuno risponde.
“La tana ha altre uscite?” chiede la coniglietta al padre.
“No, non mi pare.”
Allora Giovanna prende a ispezionare minuziosamente ogni recesso, scoprendo così una minuscola presa d’aria a misura di Tommaso.
“Babbo, il piccolo è uscito da qui! E ora che faccio? Fuori è pericoloso avventurarsi a quest’ora, ma sono preoccupata: Tommaso è un coniglietto curioso
Leggi tutto: TOMMASO E LA SERPEL’India è il secondo Paese al mondo per la caccia agli squali e uno dei più grandi esportatori di pinne di squalo.
Sono state sottoposte diverse petizioni al Ministero indiano per l’Ambiente e le Foreste perché si unisca ad altri Paesi come gli Stati Uniti, l’Unione Europea e molti altri dell’America Latina che hanno già adottato la politica di proibire il taglio delle pinne agli squali.
(fonte: Human Society International)
Era stata la settimana più calda dell’anno. Tutto ciò che Fadel Jaber voleva era solo un po’ d’acqua per la sua famiglia. Ma egli vive nella Cisgiordania occupata, dove il governo israeliano ha deviato le tubature dell’acqua in modo da rifornire le piscine degli insediamenti ebraici e lasciare senz’acqua le case palestinesi.
Quando le autorità israeliane hanno portato via con la forza Fadel, accusato di aver rubato l’acqua, ovunque si poteva sentire il pianto del figlio Khaled di cinque anni che urlava disperato “baba, baba!”
Questa è la quotidianità per i palestinesi che, sotto il terribile controllo dell’esercito, vivono senza i più basilari diritti umani e che si sono visti sottrarre la terra e l’acqua in favore dei coloni.
Ma ora, dopo anni violenti e senza speranza, sta crescendo un movimento, una resistenza non violenta che vuole le stesse cose che gli israeliani hanno già: libertà, dignità e uno Stato indipendente.
(fonte: Avaaz.org)
Oggi Sara mi chiede perché ho scelto di essere vegana.
Fin dall’infanzia ho amato gli animali, con predilezione per i gatti e, più grandicella, ho spesso rifiutato la carne preferendole il formaggio.
Quando la mia mente è maturata, ho iniziato a provare un senso di disagio verso il dolore di qualsiasi essere vivente.
Ho cercato di aiutare i miei simili secondo le mie possibilità, ho cercato di aiutare gli animali secondo le mie inclinazioni, ho cercato di rispettare le piante e l’ambiente.
Tutto questo mi ha condotto a diventare prima vegetariana e, dopo vari approfondimenti, vegana.
La mia scelta di vita mi ha regalato una certa tranquillità che è sfociata in tolleranza nei confronti dei miei simili.
Quindi, cara Sara, per rispondere alla tua domanda, posso affermare che ho scelto di essere vegana (e non solo nell’alimentazione ma anche nell’abbigliamento) perché non sopporto di vedere o immaginare il dolore che una dieta carnivora provoca. Non sopporto neppure di vedere dei cadaveri nel mio piatto, cadaveri che, per essere profumati, hanno in fin dei conti bisogno di spezie VEGETALI.
Oggi, 10,5 milioni di bambini in Nigeria non andranno a scuola. In effetti, la Nigeria possiede il più alto tasso di popolazione analfabeta del mondo. E l’aumento del livello di violenza è diretto verso i bambini che vogliono andare a scuola.
Nelle ultime settimane, scolari e insegnanti sono stati uccisi con armi da fuoco, bombe e incendi che li hanno bruciati vivi, semplicemente perché volevano frequentare la scuola.
Ogni singolo bambino nigeriano merita di andare a scuola e imparare!
(fonte: A World At School)
Ed ecco il tramonto con le sue lunghe lame d’ombra dopo una giornata comune.
“Se continua così, non è andata male oggi!” penso rilassata.
La luce elettrica inonda la cucina, banco di prova per nuove ricette di antipasti, la mia ultima sfida.
Il telefono si intromette impellente nel flusso dei pensieri.
“Ciao cara,” si propone mio marito, “abbiamo un problema. Sono stato informato che davanti al negozio c’è un gatto ferito. Sembra che stia in un cartone da ormai tre giorni. Le commesse non sono riuscite ad avvicinarlo a causa della sua aggressività. Vuoi telefonare al nostro veterinario perché lo vada a prendere? Poi ci consiglierà lui cosa fare ...”
“Sì, d’accordo. Ma questo che cosa significa? che dopo dobbiamo tenerlo noi?” chiedo ansiosa.
“No, no! Io ho già chiarito che non ci possiamo far carico di tutti i gatti del mondo! Le ragazze sono state molto disponibili: hanno promesso che
Leggi tutto: SAMMYNello scorso mese di febbraio, gli avvocati della più grande società agrochimica del mondo, la Monsanto, hanno presentato argomenti alla Corte Suprema che dimostrerebbero il diritto della società stessa di produrre semi ottenuti dai suoi elementi originari geneticamente modificati.
La Corte Suprema dovrà decidere se la Monsanto ha diritto di brevettare una complessa rete di sementi e piante, ma questo evento evoca una domanda molto semplice: può qualsiasi persona o società controllare un prodotto della vita?
(fonte: Los Angeles Times)
Mi scrive oggi Clara che la sua micia Bijou, una splendida gattina bianca, nonostante abbia a disposizione due contenitori di lettiera per le deiezioni, ama spruzzare di urina in alcuni angoli della casa.
Inoltre, durante una breve vacanza di una settimana, Clara ha trovato al rientro la sua gatta che depositava feci in due punti della sala da pranzo.
Per evitare questo tipo di inconvenienti (non sempre comunque risolvibili) occorre: