Tredici bacini carboniferi in un’area di 4247 miglia quadrate nel centro dell’India minacciano la sopravvivenza della tigre del Bengala.
La massiccia deforestazione per permettere l’estrazione del carbone è
una seria minaccia di estinzione per la tigre reale.
Le miniere di carbone stanno per essere permesse in aree forestali considerate i corridoi di migrazione dei grandi animali che li utilizzano per spostarsi da una zona verde all’altra.
La maggior parte di queste concessioni sono previste nelle regioni dell’India centrale – località sede di oltre un quarto della popolazione delle tigri.
Leggi tutto: MINIERE DI CARBONE IN INDIAUna volta entrati nell’atmosfera terrestre, gli asteroidi con diametro inferiore a 180 metri si consumano ardendo e perdono
gran parte della loro energia prima dell’impatto con il nostro pianeta.
Ma anche questi oggetti piccoli a volte sono devastanti.
Un piccolo asteroide esplose in aria in Siberia nel 1908. L’onda d’urto che produsse abbatté 2070 chilometri quadrati di foresta.
Si calcolò che la forza detonante fosse stata mille volte più potente della bomba di Hiroshima.
Sono bovini di sesso maschile utilizzati nelle mandrie per individuare le femmine in estro.
A questi tori viene praticata un’operazione chirurgica
per deviargli il pene, in modo che esca loro dal fianco.
In presenza di vacche in calore, il toro si eccita e tenta di montarle, ma, dato che il suo pene è deviato, non può penetrare la femmina. Ciò che fa, invece, è lasciarle sul dorso un marchio colorato con un tampone che gli viene applicato all’addome.
Gli allevatori ricorrono al marchio colorato per individuare le femmine in estro, isolarle dalla mandria e provvedere all’inseminazione artificiale.
Negli ultimi tempi è stata sviluppata e messa sul mercato una nuova generazione di farmaci per la sincronizzazione dell’estro. Iniettati alle femmine di una mandria, questi farmaci fanno in modo che tutte raggiungano l’estro simultaneamente.
(tratto dal libro “Ecocidio” di Jeremy Rifkin)
Questo gallo selvatico si trova comunemente nella giungla asiatica del Sud e Sudest, dove non è facile studiarne il comportamento, essendo un animale molto timido.
Vive nella vegetazione più fitta durante la stagione delle piogge e in quella più rada nella stagione secca.
Forma gruppi di una decina di individui tra cui maschi, femmine e giovani.
Si nutre di semi, insetti, frutti, germogli ecc.
Il corteggiamento consiste in una danza circolare intorno alla femmina con l’ala interna spiegata e strisciata a terra.
La femmina depone fino a dieci uova in una depressione del terreno foderata di materiale vegetale e ben nascosta. Le uova sono quasi tutte fertili e si schiudono dopo circa ventuno giorni dall’inizio della cova.
Leggi tutto: GALLO BANKIVAProve evidenti in anatomia comparata ci qualificano come creature essenzialmente frugivore.
Una di queste prove è la forma della testa e della mascella.
I carnivori hanno bocche grandi atte a ingoiare grossi pezzi di carne; noi abbiamo bocche piccole, adatte ai cibi vegetali più morbidi.
Quando le mascelle di un carnivoro si chiudono c’è un movimento tranciante che noi non riusciamo a riprodurre.
I carnivori non masticano il cibo ma lo ingollano rapidamente, mentre noi umani dobbiamo mangiare e masticare lentamente.
L’ampio stomaco dei carnivori differisce da quello degli frugivori, che è un organo semplice, dotato di un lungo intestino tenue; e il colon umano ha la struttura “a sacche” tipica dei frugivori.
Inoltre i denti: i nostri canini non sono serrati o conici ma schiacciati, piccoli e smussati; gli incisivi sono piatti e larghi, atti a sbucciare e mordere cibo relativamente morbido.
La saliva umana contiene l’enzima digestivo dei carboidrati – l’amilasi salivare.
Gli esseri umani hanno la bocca e l’apparato gastrointestinale tipici dei frugivori.
(dal libro “Chi c’è nel tuo piatto?” di Jeffrey Moussaieff Masson)
L’iceberg più grande mai avvistato fu osservato nel 1956: misurava
335 chilometri di lunghezza e 97 di larghezza, con una superficie superiore a quella del Belgio.
DOPO AVER RIMPROVERATO IL PROPRIO GATTO, SE LO SI GUARDA NEGLI OCCHI
, SI É AFFERRATI DAL TREMENDO SOSPETTO CHE ABBIA CAPITO OGNI PAROLA E CHE LA TERRÁ A MENTE.
Una storia narrata da due punti di vista diversi - quello felino e quello umano.
In parte immaginato, in parte assolutamente aderente alla realtà, questo racconto breve raggiunge momenti toccanti, quando il rapporto tra umani e felini si fa più stretto.
Il corpo umano adulto è composto in media da un sessantacinque per cento di acqua (90 per cento nei neonati, fino al 50 per cento nella terza età).
Un semplice calo
Leggi tutto: CURIOSITA' 6Gli allevamenti intensivi di bovini sono una pericolosa fonte di inquinamento organico, responsabile
Leggi tutto: ALLEVAMENTI BOVINI
Nell'ultimo anno di lontananza, Ricky aveva pensato spesso alla sua Mary, ma il lavoro prima e una certa qual pigrizia poi gli avevano impedito di andare da lei. Da qualche tempo però la nostalgia della sua micia si era fatta pungente: mangiava poco, dormiva ancora meno, era sempre agitato e nello stesso tempo pensieroso.
"Torna a casa", gli ripeteva in continuazione il suo amico Gregorio, "prima di perdere la tua ragazza."
Ma Ricky era combattuto tra il desiderio di ritornare e il timore dei mutamenti che avrebbe potuto trovare laggiù.
"Se fossi sicuro che Mary non è cambiata, partirei domani stesso", confidò un giorno a Gregorio.
"Non crearti problemi di questo genere", lo consigliò il suo amico. "Sii coraggioso. E' sempre meglio conoscere fino in fondo la verità che stare ad arrovellarsi come fai tu. A proposito, ti ho mai detto di quello che mi capitò tre anni fa, prima che ci conoscessimo?"
"No", rispose Ricky incuriosito, "ma mi piacerebbe sentirlo. Vuoi raccontarmelo ora?"
"Ma certo, soprattutto perché, con tutta probabilità, la mia esperienza ti potrebbe aiutare a prendere una decisione!", esclamò Gregorio. "Tre anni fa", proseguì
Leggi tutto: IL RITORNOQuando il tè arrivò come prodotto d’importazione nelle colonie americane, molte casalinghe, ignorandone l’uso, servivano le foglioline con zucchero o melassa dopo aver buttato via l’acqua in cui le avevano fatte bollire.