Coerenza, quando giunse il momento, diede alla luce due gemelle: Intransigenza e Tolleranza.
Faticò molto ad allattarle, faticò ancora di più a svezzarle ed era stremata quando le piccole iniziarono a frequentare la scuola materna.
Piano piano Coerenza si riprese, tanto che, arrivata l’estate di cinque anni dopo, era già in piena forma.
Allora portò le sue figlie al mare.
Tolleranza era una bambina tranquilla, sempre sorridente e gentile con tutti.
Oggi parliamo del flehmen, l’organo vomero-nasale, che permette al gatto di percepire i feromoni.
Sappiamo tutti che i mici, se vagano liberi all’esterno o anche quando siano introdotti in un ambiente sconosciuto, la prima cosa che fanno è quella di annusare tutti i nuovi odori. Ma, se notate micio che socchiude la bocca, ritrae il labbro superiore, compie brevi ispirazioni e appoggia la lingua sul palato, allora il nostro beniamino sta mettendo in funzione il flehmen che si trova sul pavimento delle cavità nasali e comunica con la cavità orale attraverso un condotto situato dietro gli incisivi.
I macachi cinomolghi che vivono nei pressi di un tempio buddista in Thailandia utilizzano i capelli umani come filo interdentale.
(dal libro “Le belle addormentate” di Andreas Wagner)
Quando siete felici, fateci caso.
Kurt Vonnegut
L’area di lettura delle parole è incuneata tra regioni cerebrali che aiutano a riconoscere gli oggetti della vita quotidiana. Per la precisione, è adiacente a una regione prossima all’orecchio sinistro i cui neuroni ci aiutano a riconoscere gli oggetti associati a strumenti.
Sul lato opposto, vicino alla linea mediana del cranio, c’è una regione che riconosce i volti, i paesaggi e oggetti come le case.
All’aumentare dell’attivazione dell’area di lettura in risposta alle parole, tuttavia, diminuisce l’attivazione in risposta a volti, case e strumenti. È come se la lettura di una parola entrasse in competizione con il riconoscimento di altri oggetti.
I neuroni di questa regione hanno una capacità speciale legata all’invarianza, una proprietà importante della nostra vista. L’invarianza fa sì che riusciamo a riconoscere un oggetto a prescindere dalle sue dimensioni o da come è orientato. L’immagine di un bicchiere di vino sulla nostra retina cambia a seconda di come lo osserviamo - di fianco, dall’alto, dal basso vicino o da molto lontano - ma lo riconosciamo sempre come un bicchiere. I neuroni vicini all’area di lettura delle parole riconoscono gli oggetti in maniera invariante, attivandosi in maniera indipendente dalle loro dimensioni o dalla loro orientazione. L’essenza dell’invarianza è proprio questa.
L’invarianza è cruciale per il riconoscimento delle lettere e delle parole. È la ragione per cui riconosciamo una parola anche se le sue dimensioni variano di un fattore 50 e a prescindere dalla zona della retina su cui cade la sua immagine. È anche la ragione per cui riconosciamo tanto le parole scritte a mano quanto quelle stampate, in centinaia font diversi. E l’invarianza, infine, è la ragione per cui riconosciamo parole maiuscole (GRANDE) o minuscole (grande), anche se molte lettere maiuscole non assomigliano alle loro controparti maiuscole: la G, ad esempio, è molto diversa dalla g.
(dal libro “Le belle addormentate” di Andreas Wagner)
Herbie è il mio nome, anzi Tato Herbie per la precisione. Sono un gatto di casa: non sono mai uscito dall’appartamento, dove mi hanno portato subito dopo che mia madre ha terminato di allattarmi.
Ho vissuto con una signora che, con il trascorrere del tempo – dieci anni per l’esattezza –, è diventata molto anziana e di salute cagionevole.
Un giorno accade che la mia amica se ne vada da casa, lasciandomi completamente solo. Non è che proprio se ne vada, è che la portano via distesa su una barella.
E io, come vi dicevo, resto solo, con nessuno che mi prepari i pasti e mi cambi la lettiera.
Dopo un paio di giorni si presenta il figlio della mia mammy scomparsa. Mi offre delle crocchette, cambia l’acqua della ciotola e mi fa un discorso strano: “Purtroppo mia madre è stata ricoverata in ospedale e non tornerà più. Non so che cosa fare con te. Da me non ti posso portare: mia moglie non vuole gatti in casa. Posso cercarti un’altra sistemazione, ma per ora dovrai stare qui. Verrò di tanto in tanto a darti da mangiare e a pulire lo sporco.”
Leggi tutto: CENTO GIORNI DI SOLITUDINE
Il gatto manifesta il dolore in vari modi sia secondo il tipo di ferita (fratture, distorsioni, esiti di operazioni e altro) sia in dipendenza del carattere.
In genere comunque le manifestazioni tipiche si possono riassumere come segue:
Le lontre marine non avvolgono nelle alghe i granchi che catturano per preparare un sushi ma per impedire alle loro prede di darsela a gambe. Questi stessi animali utilizzano una pietra tenuta in equilibrio sulla pancia come un’incudine su cui aprire le cozze, mentre galleggiano sul dorso. E non solo: ripongono le pietre in una tasca situata vicino alle ascelle, tasca che funge da cassetta degli attrezzi.
(dal libro “Le belle addormentate” di Andreas Wagner)
Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso
Confucio
Una forma speciale di cooptazione è quella che utilizza non la tecnologia esistente ma la conoscenza. L’innovazione del radar, ad esempio, si basa sulla conoscenza della capacità degli oggetti metallici di riflettere le onde radio, proprio come gli specchi riflettono la luce. La natura ha ispirato molte innovazioni di questo tipo basate sull’analogia. Prendete il progetto dell’Eastgate Center, un centro commerciale e direzionale di Harare nello Zimbabwe. Il suo sistema di ventilazione si ispira ai termitai che si rinfrescano passivamente quando l’aria calda risale al loro interno trascinando dietro di sé quella più fresca. Analogamente la scoperta del Velcro è stata ispirata dai ricci di bardana che rimanevano attaccati ai vestiti dell’inventore svizzero George de Mestral e al suo cane durante le loro passeggiate nei boschi.
(dal libro “Le belle addormentate” di Andreas Wagner)
La nostra mano è uno strumento con 48 parti in movimento, 37 ossa e 21 muscoli. È diversa dalla mano di uno scimpanzè, ma le differenze non sono enormi. Una di queste è la nostra capacità di ruotare il pollice in opposizione al palmo, che consente alla mano di avvolgersi intorno a un oggetto.
Leggi tutto: MANO UMANAIn ogni luogo dove si riunivano delle persone, Pettegolezzo era presente.
Si interessava a tutti, si interessava di tutti; raccontava a tutti le sue informazioni, raccontava di tutti le sue informazioni.
C’era una cosa tuttavia che il nostro amico teneva per sé: era innamorato di Necessità e anche di Speculazione.
Avendo avuto molte esperienze, sapeva perfettamente di dover fare una scelta, soprattutto se voleva dichiararsi, ma una cosa è la teoria, altra la pratica.